“L’identità di genere non riguarda solo le persone trans”. Inizia così il comunicato firmato da 12 associazioni lgbt+ per difendere il diritto alla tutela dell’identità di genere. E’ proprio questo, infatti, uno degli aspetti contestati alla proposta di legge contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia che domani sarà depositata in Commissione Giustizia alla Camera. “Tutte le persone hanno un’identità di genere ed è la percezione che si ha del proprio corpo come appartenente al genere assegnato alla nascita o a quello opposto o ad un altro genere non binario – si legge nel testo -. Questa parte della nostra identità sessuale si viene a formare durante lo sviluppo di ogni essere umano secondo fattori bio-pisco-sociali e culturali che interagiscono tra di loro in maniera molto complessa”.
“Chi vuole ridurre tutto all’essenzialismo biologico – è l’accusa delle associazioni – non tiene conto della complessità dello sviluppo umano e non tiene conto nel caso di una legge contro l’omotransfobia che si tutelano sia le persone trans, in particolare le donne trans, sia chi nasce femmina e si riconosce nel genere assegnato alla nascita con le diciture identità di genere e misoginia. Chi mette in atto la violenza di genere contro le donne, trans e non trans, non sta a guardare se una persona è stata assegnata alla nascita ad un genere o ad un altro ma agisce la violenza perché riconosce quella persona come appartenente al genere femminile”.
La stessa natura, la stessa origine, dunque, per chi agisce la violenza.
“La nostra è una cultura fondamentalmente patriarcale e misogina – prosegue il testo-. Passi avanti sono stati fatti avanti da un punto di vista legislativo nel riconoscere la parità dei sessi e il diritto all’identità di genere stabilito dalle sentenze del 2015 della Cassazione e della Corte Costituzionale. Essendo diritti garantiti per via legislativa e giudiziaria allora a maggior ragione chiediamo uno strumento che combatta la violenza di genere a sfondo transfobico e/o misogino”.
Poi il comunicato si rivolge proprio a quella fetta di femminismo che contesta l’uso di “identità di genere”. “Vogliamo ricordare alle femministe essenzialiste trans-escludenti – scrivono le associazioni – che il nemico non sono le donne trans. Il nemico rimane il patriarcato che tutte e tutti ci portiamo dentro in quanto cresciute in questa cultura e che porta molti uomini ad agire in modo violento”.
“Purtroppo l’Italia ha il triste primato di essere il primo paese in Europa per femminicidi e omicidi a matrice transfobica – conclude la nota -. Allora la lotta al patriarcato e alla violenza di genere non passa tramite l’esclusione delle donne trans, ma nell’alleanza delle soggettività femministe e transfemministe”.
In calce al testo, le firme di: MIT – Movimento Identità Trans, Associazione Consultorio Transgenere, ATN – Associazione Transessuali Napoli, Sunderam Identità Transgender Torino, Gender X, Mixed LGBTI, Antinoo Arcigay Napoli, Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, Omphalos LGBTI, Associazione Quore, Pride Vesuvio Rainbow, Pochos Napoli. E, a titolo personale: Gianmarco Negri, sindaco di Tromello; Cristina Leo, assessora pari opportunità VII municipio Roma Capitale; Antonia Monopoli, attivista.
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