«Fate schifo, suicidatevi, tutti nelle camere, bruciati» è questo il tenore degli insulti e della lesbofobia che una ragazza di 18 anni ha dovuto subire, al telefono da uno sconosciuto. A denunciare il fatto, accaduto a Bari, l’associazione MiXED Lgbti. Come riporta Repubblica, «le minacce sono arrivate via social, partite in chat e proseguite con telefonate anonime e insulti». Quindi sono andate «avanti per giorni, sempre più pesanti: “Pensa te che merda avere una figlia come te […] ti avrei infornato il giorno stesso in cui me lo avresti detto”».
La vittima di lesbofobia si è rivolta dunque all’associazione barese. «La decisione di denunciare deriva dalla necessità di far sentire meno soli tutti colore che subiscono insulti omofobi» ha dichiarato la diciottenne. Che continua: «Io ho un bel rapporto con la mia famiglia, ma qualcun altro avrebbe reagito molto male a tutto questo odio: è bene che la gente sappia cosa subiamo ancora nel 2021». Nel 2021, a ridosso del 17 maggio, giornata contro l’omofobia-bi-lesbo-transfobia.
La ragazza ha provato a discutere con il suo hater, invitandolo a un’iniziativa a favore della legge Zan. Ma le risposte pervenute sono di un tenore ben poco civile: «Non so se questa malattia è trasmissibile» ha detto l’uomo. E ancora, quando la ragazza ha chiesto ragione di tutto quest’odio, si è sentita dire: «Be’, esisti. Tua madre doveva prendere la pillola, evidentemente ha lasciato stare. Scelta errata». E dunque, il solito slogan: «Esistono solo maschio e femmina, le altre sono depravazioni mentali».
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