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Insulti a Malika, perché lesbica: “Meglio 50 anni di carcere che una figlia come te”

Un video che fa male e parole che feriscono: e non solo Malika, la ragazza di Castelfiorentino cacciata di casa perché lesbica. A riportarlo – tra gli altri organi di informazione – è Fanpage, sulla sua pagina Facebook. Malika ha ricevuto un messaggio in cui una voce di donna (presumibilmente la madre) la insulta e la minaccia, con un linguaggio che è difficile non definire violento e disumano.

Il messaggio vocale: “Che vita pensi di fare? È uno schifo”

«Ma che vita pensi di andare a fare? A fare la lesbica additata da tutti? È uno schifo, accidenti a te» è questo il tenore delle parole che Malika ha dovuto ascoltare, al suo indirizzo dalla sua famiglia. «Di’ a quella lesbica di m*rda che se l’acchiappo le levo il cuore dal petto» e ancora «se torni ti ammazziamo, meglio cinquant’anni di carcere che una figlia lesbica». La ragazza si sfoga piangendo: «Capisco che l’errore non l’ho fatto io, non ho tolto niente a nessuno». Una pagina tristissima, per l’insensibilità e per la violenza mostrate dalla famiglia di una ragazza che avrebbe solo bisogno di comprensione e invece si ritrova a essere cacciata da casa sua, con l’impossibilità di raccogliere i suoi pochi effetti personali.

Dov’è il diritto di Malika ad essere rispettata dalla sua famiglia?

Concludiamo con la visione del video e con un commento, a margine: quando i ben noti politici –tra cui chi si oppone alla legge contro l’omo-transfobia – blaterano di famiglie tradizionali, in cui un bambino sarebbe pienamente felice solo con un padre e una madre, alludono anche a situazioni siffatte? Dov’è il diritto di Malika di essere rispettata, anche dalla sua famiglia, per il semplice fatto di essere se stessa?

 

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