Presentata ieri a Milano la terza edizione della mappa dell’intolleranza, a cura di Vox-Osservatorio Italiano sui diritti. Punto di osservazione privilegiato, il social network dei cinguettii, Twitter, da cui emergono dati tutt’altro che confortanti: donne, migranti e persone Lgbt sono nel mirino degli haters, gli “odiatori del web” che rivolgono contro queste categorie messaggi di odio e violenza, fenomeno che vede una recrudescenza in momenti particolari durante l’anno.
Le donne sono la categoria più bersagliata tra tutte. Il numero di insulti rivolti contro di loro copre ben 326.040 tweet per il periodo che va dal 2017 al 2018, arrivando al 59,6% di tutti i messaggi negativi prodotti e pubblicati sul social network. Si è notato, ancora, che i picchi più alti si riscontrano in concomitanza dell’8 marzo o in occasione di fatti di cronaca specifici, quali gli scandali sessuali oppure i femminicidi. Nel momento in cui la questione femminile è posta sotto i riflettori.
Secondo l’analisi svolta, si è notato che «più di un italiano su tre twitta il suo odio» contro le categorie di «persone considerate diverse, per appartenenza a culture differenti dalla nostra. I tweet intolleranti diminuiscono dove è più alta la concentrazione di migranti, dimostrando quindi una correlazione inversa tra presenza sul territorio e insorgere di fenomeni xenofobi: come a dire, conoscersi promuove l’integrazione». Le città più colpite dal fenomeno dell’odio sono Milano, Napoli e Roma. Ciò che colpisce, ancora, è la radicalizzazione del fenomeno: aumentano i tweet ma non chi li produce. Segno della viralità del fenomeno.
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