Ricordate don Inzoli, noto anche come “don Mercedes”? Anzi, l’ex don Inzoli, perché il suo coinvolgimento in casi di pedofilia e abusi sui minori ha portato Bergoglio a ridurlo allo stato laicale, lo scorso anno. Il suo caso giudiziario è ora definitivamente chiuso perché sulla sua vicenda si è espressa la Cassazione, condannandolo.
La suprema Corte ha infatti confermato la sentenza d’Appello. Mauro Inzoli, dunque, dovrà scontare 4 anni, 7 mesi e 10 giorni di reclusione. Meno dei 4 anni e 9 mesi inflitti dal tribunale di primo grado per abusi sessuali su minori con l’aggravante dell’abuso di autorità. La pena è stata leggermente ridotta perché, intanto, due dei casi imputati a Inzoli sono caduti in prescrizione.
Sono otto i casi di abusi su minori di cui l’ex prete è stato riconosciuto colpevole, tutti avvenuti tra il 2004 e il 2008 sia nei suoi uffici che nelle stanze degli hotel dove CL organizzava le vacanze per i ragazzi. Le vittime di Inzoli all’epoca dei fatti avevano tutte tra i 13 e i 16 anni.
“Negli anni – scriveva il gup Letizia Platè nella motivazione della condanna di primo grado – don Inzoli ha approfittato con spregiudicatezza della propria posizione di forza e prestigio per ottenere soddisfazione sessuale, tradendo la fiducia in lui riposta dai giovani nei momenti di confidenza delle proprie problematiche personali ed anche nel corso del sacramento della Confessione, ammantando talora le proprie condotte di significato religioso, così confondendo ulteriormente i giovani”.
Gli inquirenti hanno accertato che tra gli abusi commessi c’erano palpeggiamenti alle parti intime delle vittime, baci, carezze, abbracci e masturbazioni, secondo quanto riporta il quotidiano Crema Oggi.
Ex leader di Comunione e Liberazione, Inzoli è stato anche presidente del Banco Alimentare di Crema. L’appellativo di “don Mercedes” se lo guadagnò per la sua passione per le auto di lusso.
A gennaio 2015 si parlò molto dell’allora, ancora don Inzoli. Il prete era presente al convegno sulla famiglia tradizionale organizzato dalla Regione Lombardia e molto contestata per l’uso che fece la Regione del logo di Expo per pubblicizzare l’evento. Inzoli fu accolto con calorose strette di mano sia da Roberto Formigoni che dall’allora presidente della Lombardia Roberto Maroni.
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