Un italiano su quattro pensa che l’omosessualità sia una malattia. È il risultato del lavoro della Commissione Jo Cox sull’intolleranza, la xenofobia, il razzismo e i fenomeni di odio presentato ieri alla Camera dei Deputati. Secondo quanto di legge nel rapporto finale, il 43,1% della popolazione pensa che i gay siano uomini effeminati e il 38% che le lesbiche donne mascoline. Ancora, un italiano su cinque non ritiene accettabile avere un collega o un superiore o un amico omosessuale.
“L’Italia è il Paese europeo con il massimo tasso di non conoscenza dei fenomeni migratori, il massimo tasso di ignoranza – ha spiegato la presidente della Camera Laura Boldrini durante la presentazione della relazione -: eppure avremmo buone ragioni per conoscerlo. La maggioranza degli italiani pensa infatti che gli immigrati residenti sul suolo italiano siano il 30% della popolazione, anziché l’8% effettivo, e che i musulmani siano il 20%, quando sono il 4%”.
Uno studio che è durato un anno, dal 10 maggio scorso, e che è iniziato su stimolo del Consiglio d’Europa che ha chiesto ai parlamenti nazionali di attivarsi in materia di intolleranza.
La Commissione, intitolata all’europarlamentare inglese uccisa durante la campagna referendaria che ha portato alla Brexit, ha potuto osservare che “il 65% degli italiani (contro il 21% dei tedeschi) considera i rifugiati un peso perché godono di alcuni benefit, secondo loro, mentre si ignora il contributo positivo che invece danno in termini di saldi fiscali e contributivi, come ci ricorda sempre il Presidente dell’Inps Tito Boeri” ha sottolineato Boldrini.
Un gap impressionante tra la realtà dei numeri e quello che, invece, la società percerpisce come reale.
Per la presidente Boldrini “sono soprattutto le persone che non conoscono, che non hanno accesso ai dati, le persone che probabilmente si limitano ad ascoltare certi esponenti politici o a leggere alcuni giornali, che sono più frequentemente portatrici di atteggiamenti di odio. Purtroppo chi non sa è portatore di odio”.
Nella classifica dell’odio degli italiani, al primo posto si piazzano i migranti, poi le donne e le persone LGBT. “Soltanto il 43,7% degli italiani riconosce che le donne siano oggetto di discriminazione” sul posto di lavoro o nella ricerca di un’occupazione. E ancora, le donne sono le prime vittime di odio online. Secondo lo studio fatto dall’Osservatorio VOX su Twitter, il 63% dei tweet negativi pubblicati tra agosto 2015 e febbraio 2016 sono destinati alle donne.
“La diffusione dell’odio – ha concluso la presidente della Camera – sta mettendo a repentaglio l’assetto democratico. Tante persone non si sentono libere di parlare, di dire la propria, perché hanno paura dell’assalto dell’odio. Il disprezzo verbale che ascoltiamo spesso nelle nostre aule, in tv, nei talk show, ha ripercussioni nella società: perché se i politici lo utilizzano, anche i cittadini si sentono autorizzati a fare altrettanto”.
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