C’è nebbia sulla seconda edizione del Festival LGBTQIA+ organizzato all’interno dell’ateneo romani “La Sapienza”. La denuncia arriva attraverso un comunicato di Link Sapienza e Prisma – Collettivo LGBTQIA+ che in questi giorni hanno organizzato una serie di eventi per celebrare i 50 anni dai Moti di Stonewall.
Il progetto è stato regolarmente presentato all’Università per ottenere un finanziamento attraverso il bando per iniziative culturali e sociali organizzate dagli studenti. L’Amministrazione, però, ha condizionato il finanziamento a modifiche sostanziali di programma e nome dell’iniziativa.
“Ci è stato chiesto di non “settorializzarci” su migranti e persone sieropositive” dichiara
Susanna Chiulli, del collettivo Prisma “i non parlare di disabilità, di concentrarsi sulla semplice questione dei diritti civili, di non realizzare il laboratorio di Drag (una forma d’arte ormai riconosciuta universalmente) e di modificare addirittura il nome dell’evento” Tra gli incontri è previsto infatti un laboratorio di Drag Queening e Kinging, un incontro sulla PrEP, un convegno sui migranti LGBT+ e un altro su persone disabili e sessualità, in aggiunta ad altri eventi diffusi in tutta l’Università fino al 13 maggio. “Ci sconforta che la nostra università vede come una settorializzazione discutere e collegare
diversi tipi di oppressione” ha aggiunto Luna D’Andrea, Coordinatrice di Link Sapienza.
La risposta degli studenti non si è fatta attendere. Il Festival senza modifiche prosegue. Ma non solo un Pride all’interno dell’ateneo si terrà il 17 maggio. “Repressione e revoca del finanziamento non ci fermeranno” dichiara Riccardo Sala del collettivo Prisma. “Il Festival avrà luogo comunque e con la stessa impostazione con cui è stato pensato. Rispondiamo all’Amministrazione annunciando il Sapienza Pride, venerdì 17 maggio dalle ore 15. Sfileremo dentro la Città Universitaria per prendere parola sulle nostre vite, sui nostri corpi. Saperi liberi e istruzione sono gli unici strumenti per cambiare tutto.”
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