Rieti non ospiterà mai il Pride. O almeno secondo il sindaco Antonio Cicchetti che oggi ha appoggiato la posizione della consigliera di maggioranza Letizia Rosati. Proprio ieri, Rosati, era entrata a gamba tesa sulla candidatura della città come sede del Lazio Pride2020: «Vuole sdoganare la pedofilia».
È successo tutto in poche ore: dalla pubblicazione della candidatura di Rieti sulla pagina del Lazio Pride alla prima presa di distanza del Comune: «Non ci siamo candidati noi, l’hanno fatto le associazioni».
Dure le critiche dell’opposizione e di Monica Cirinnà.
Erano le 22.47 quando Letizia Rosati, consigliera con delega alla Scuola del comune di Rieti affidava ai social il suo pensiero: «Il mondo Lgbt è contro i miei valori perché nega il dato biologico da cui deriva l’identità delle persone e soprattutto i diritti dei bambini che vengono strumentalizzati a scopi di cui non si parla mai a sufficienza. Utero in affitto, sdoganamento della pedofilia, poliamore sono gli obiettivi da raggiungere. Rassicuro pertanto che tale candidatura non è stata promossa dal Comune».
Il post di Letizia Rosati ha scatenato subito un polverone, soprattutto in seno al comune reatino.
«La consigliera Letizia Rosati ha dichiarato che i gay vogliono legittimare la pedofilia. Una frase gravissima per la quale spero il sindaco si dissoci e chieda le sue dimissioni» ha scritto Alessio Angelucci, consigliere di minoranza e docente.
Una delle prime reazioni a livello nazionale è arrivata dal deputato del Partito Democratico Fabio Melilli che ha dichiarato: «C’è un limite a tutto. Incredibili e inaccettabili le dichiarazioni della consigliera comunale e professoressa Rosati che ritiene il movimento LGBT e il Lazio Pride sdoganatori della pedofilia».
Alle parole di Melilli ha subito fatto eco anche il Pd regionale che ha chiesto le dimissioni di Letizia Rosati. «Per le gravi affermazioni contenuto in un post su facebook delirante in cui la delegata per la Scuola accusa le associazioni per i diritti dei gay di voler sdoganare la pedofilia» si legge in una nota. Primo firmatario del comunicato è Bruno Astorre, segretario dei Dem laziali.
Astorre ha poi aggiunto: «È legittimo essere contrari ad una manifestazione, al contrario è gravissimo accusare chi vuole organizzarla di portare avanti una battaglia per arrivare all’obiettivo dello sdoganamento della pedofilia. Parole inaudite di fronte alle quali l’unico atto di buon senso e di dignità sia le dimissioni dal ruolo di consigliere comunale».
Ancora più dura la reazione della senatrice Monica Cirinnà che dalla sua pagina ha tuonato definendo le dichiarazioni di Rosati «Un inaccettabile esempio di pregiudizio ideologico intriso di omotransfobia, oltre che della più becera ignoranza della comunità LGBT+ e delle sue sacrosante rivendicazioni». «Dichiarazioni tanto più gravi perché, a quanto apprendo, la signora Rosati è delegata del Sindaco alla scuola – scrive la senatrice -, oltre che insegnante. La città e il meraviglioso territorio di Rieti meritano molto di più: sono e sarò a fianco del partito locale, delle associazioni e di chiunque vorrà reagire all’oscurantismo promuovendo iniziative idonee a rafforzare una cultura dell’inclusione e del rispetto di ogni diversità. Si inviti a queste iniziative anche la consigliera Rosati, che potrà così superare i propri pregiudizi con la conoscenza e l’ascolto delle storie di tante ragazze e ragazzi che lottano ogni giorno per poter essere se stessi e amare come il loro cuore comanda. La democrazia è più forte quando l’eguaglianza è praticata, e non solo proclamata».
Se da più voci si chiedono le dimissioni di Letizia Rosati il sindaco di Rietri, Antonio Cicchetti, le va invece in soccorso. In un’intervista rilasciata a Radio Radio Cicchetti ha preso una posizione nettissima: «Mai il Pride a Rieti». Cicchetti ha anche dichiarato di «Detestare certe manifestazioni. L’esibizione. E che tra due giorni di questa storia non si ricorderà nessuno» e per questo, ha aggiunto, negherà ogni autorizzazione al Lazio Pride.
Non la presa di posizione che ci si sarebbe aspettati dopo le affermazioni, gravissime, di Rosati che oltre a essere consigliera è anche un’insegnante. Tuttavia, dato il curriculum di Cicchetti, forse sarebbe stato troppo sperare in una diversa presa di posizione. Cicchetti, al terzo mandato nel comune reatino, è stato assessore regionale con Renata Polverini, un ex Mai ed ex Alleanza Nazionale ora approdato in orbita Fratelli di Italia.
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