Alle 2.30 della scorsa notte la Commissione Giustizia della Camera ha ufficialmente approvato la legge Zan contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere e la misoginia.
L’approvazione è arrivata dopo ore di ostruzionismo da parte delle destre i cui emendamenti erano gli unici in discussione.
Ieri pomeriggio, infatti, PD e Italia Viva avevano ritirato i propri emendamenti proprio per accelerare il passaggio in commissione.
Solo uno l’emendamento di IV discusso e approvato con alcune “limature”: quello sulla Giornata Nazionale contro l’omotransfobia nelle scuole.
I deputati Toccafondi (alcuni ne ricorderanno il nome, legato alla vicenda dei libretti dell’istituto Beck) e Vitiello avrebbero voluto eliminare le scuole dall’articolo. Non è andata così. Le scuole rimangono, ma non “in modo particolare” e non “di ogni ordine e grado”. Secondo alcuni è un modo per tagliare fuori le elementari e le medie. Secondo altri, invece, permetterebbe di includere anche le scuole paritarie. Un mezzo boomerang, in sostanza.
Il 3 agosto la legge arriverà nell’aula di Montecitorio dove si gioca la vera partita. Italia Viva ha chiesto, e ottenuto, che si inseriscano le definizioni di sesso, orientamento sessuale, genere e identità di genere. Tutte categorie già codificate dai trattati internazionali e dalla giurisprudenza. Ma è lecito aspettarsi una vera e propria guerra sulle singole parole. Tanto più che proprio Italia Viva si è battuta in commissione per eliminare “genere” dalla legge.
Poi c’è la grande incognita dei voti segreti, che ci saranno ma non sappiamo ancora su quali articoli. E’ lì che i cattolici oltranzisti del Pd, la stessa Italia Viva e alcuni del M5S possono indisturbatamente minare parti della legge. Per questo, in commissione, si era tentato di concedere qualcosa a Forza Italia (con l’emendamento cosiddetto “salvaidee”), per assicurarsene il voto, almeno in parte. Poi, però, sono arrivate le dichiarazioni di Berlusconi: FI vota no, ma lascia libertà di coscienza. Basterà la coscienza di qualcuno?
Infine, proprio come accaduto in commissione, non è difficile prevedere un fiume di emendamenti da parte di Lega e Fratelli d’Italia. Per fare ostruzionismo, certo, ma anche per provare ad approfittare di qualche voto segreto.
Come dicevamo, insomma, la vera partita si gioca qui.
L’auspicio è di arrivare al voto finale, alla Camera, prima della pausa estiva che dovrebbe iniziare il 7 agosto.
Solo quattro giorni potrebbero non bastare. La prosecuzione a settembre non è un’ipotesi così remota.
In quel caso, però, scatterebbe il contingentamento dei tempi. Da regolamento della Camera, infatti, al secondo mese di discussione di una legge si applicano tempi ristretti per dichiarazioni di voto, interventi e discussione generale.
Vedremo.
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