La legge Zan torna questa mattina alla Camera dei Deputati. La discussione per l’approvazione del ddl contro l’omolesbobitransfobia, la misoginia e l’abilismo inizierà tra poco. La strada, però, è tutt’altro che in discesa.
Se ieri i promotori della legge hanno portato a casa la bocciatura delle pregiudiziali di costituzionalità di Lega e FdI (la cui approvazione avrebbe bloccato l’intera discussione) e l’introduzione delle definizioni di sesso, genere, orientamento sessuale e identità di genere, oggi bisognerà superare un altro ostacolo.
Tra poco, infatti, i deputati saranno chiamati a votare un nuovo emendamento presentato dall’onorevole Costa. Anzi, sarebbe meglio dire “il vecchio emendamento Costa”. Come chi ci legge ricorderà, l’on. Costa (ex Forza Italia, ora Azione) aveva presentato una modifica alla legge che ricalcava in tutto e per tutto il famigerato emendamento Gitti-Verini responsabile dell’affossamento della legge presentata da Ivan Scalfarotto nel 2013. Quel testo è diventato famoso come “clausola salva-idee”. Le idee, però, va precisato, non sono mai state in pericolo.
L’emendamento recitava: “Ai fini della presente legge, non costituiscono discriminazione, né istigazione alla discriminazione, la libera espressione di convincimenti o di opinioni, nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee e alla libertà delle scelte, purché non istighino all’odio o alla violenza”.
Immediate le proteste delle associazioni lgbt+ che temevano di assistere ad un copione tristemente noto: quello della legge Scalfarotto, appunto. Su quel testo, ribattezzato “salva omofobi”, la maggioranza ottenne una mediazione per garantirsi, così, l’appoggio di Forza Italia alla legge e metterla al sicuro.
Il testo, rivisto e approvato da Costa, recita: “Ai fini della presente legge è consentita la libera espressione di convincimenti ed opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee e alla libertà delle scelte”.
“Questo testo – aveva dichiarato Costa in quel momento – toglie ogni dubbio ed equivoco sulle finalità della legge”.
Questione chiusa? No, affatto. Perché pare che l’onorevole, che nel frattempo è passato ad Azione, il partito di Calenda, abbia cambiato idea. E infatti ha ripresentato il suo emendamento nella versione originale. Ma non è tutto. Nonostante sia, di fatto, una modifica dell’art.3 della legge, Costa ha presentato il testo come emendamento all’articolo 1. In questo modo dovrà essere discusso subito: un modo per creare problemi al ddl e alla maggioranza fin dall’inizio.
Come finirà? Come voterà Forza Italia? E, soprattutto, la maggioranza è tutta compatta? Non tutti, a Montecitorio, ne sono convinti.
Il voto tra poco. Qui di seguito la diretta in streaming della seduta in corso.
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