Le associazioni e i movimenti Lgbt+ e le femministe hanno scritto a Matteo Renzi una lettera aperta, intitolata: “Nessuna mediazione, Salvini è inaffidabile”. Il possibile accordo tra Renzi e Salvini sul ddl Zan scuote la scena politica: il leader di Italia Viva e quello della Lega vorrebbero la modifica del testo di legge presentato da Alessandro Zan (senatore del Pd) e sono pronti a votare il no in Senato. Da Arcigay a Se non ora quando, da I Sentinelli alle persone cristiane Lgbt+: «Il ddl Zan è diventato simbolo dei valori laici e progressisti fondamentali per uno Stato libero e non teocratico».
«Attenzione» ha commentato Zan «Salvini vi sta utilizzando, perché il suo obiettivo non è portare a casa una legge, sta mentendo. Amici di Italia viva» prosegue «vi dico di non prestarvi a questa trappola e di difendere il lavoro fatto alla Camera». Secondo diverse fonti l’accordo tra Matteo Renzi e Matteo Salvini sul voto al Ddl Zan è un preludio a una futura coalizione per la scelta del prossimo presidente della Repubblica.
È arrivata la tanto attesa mediazione Renzi-Salvini, sotto la forma della sintesi proposta dal presidente della commissione Giustizia, il leghista Ostellari, ai capigruppo.
Sparisce l’identità di genere, escludendo di fatto le persone trans, e viene completamente snaturata la giornata del 17 maggio che cambia addirittura nome, nonostante sia riconosciuta dalla UE dal 2007. La cosiddetta clausola “salva idee” diventa infine priva del riconoscimento di quelle condotte potenzialmente foriere di pericolo, garantendo pertanto sacche di discriminazione agita e perpetrata.
«È evidente che tutto questo è completamente irricevibile. Non si tratta di fare qualcosa in meno in virtù del compromesso politico, ma di snaturare la natura stessa della legge, i suoi aspetti preventivi e di lasciare per strada persone trans in carne ed ossa senza tutele contro la violenza» dice Franco Grillini, Presidente Gaynet. «Questa mediazione non può avere seguito: che se ne prenda atto subito e si ricompatti il fronte che ha approvato la legge alla Camera».
Salvini è inaffidabile: vuole solo bloccare la legge Zan. La mediazione è impossibile con gli alleati di Orban e i movimenti (femministe comprese) su questo sono compatti.
«Avete già votato il ddl Zan alla Camera dando un forte contributo e scrivendo direttamente l’articolo 1 di cui ora volete la soppressione» si legge nella lettera aperta. «Sapete bene che ricominciare da capo con un’altra proposta di legge significa uccidere la legge Zan perché, anche volendo, non ci sono i tempi e che la destra con cui vorreste la mediazione è inaffidabile sia perché hanno firmato il manifesto omofobo del sovranista Orban, sia perché il loro obiettivo è quello del binario morto fingendo disponibilità a mediazioni che hanno il solo scopo di uccidere il bambino in culla. Non a caso appena IV ha parlato di “mediazione” i leghisti hanno subito alzato il prezzo chiedendo la soppressione della parte penale».
“Il mondo femminista nella maggior parte vuole l’approvazione del ddl – dice Laura Onofri, presidente di Se non ora quando Torino – Lo vuole e si chiede per l’ennesima volta per quale motivo una legge che include e allarga il perimetro dell’applicabilità dei crimini d’odio potrebbe creare problemi alle donne. Crediamo sia strumentale ciò che oggi dice Renzi perché sa benissimo che se il ddl non viene approvato così sarà affossato. Ci chiediamo dunque perché una legge che attendiamo da 25 anni, che agisce contro discorsi e crimini d’odio che in questo disegno include le donne, prime vittime dei crimini d’odio, non vada bene”.
“A questo appello aderiscono tante associazioni femminili, da nord a sud dell’Italia, associazioni contro la violenza di genere, tantissime femministe e tantissime donne che sottoscrivono questa lettera – continua – perché vogliono che il ddl Zan sia approvato subito, senza cambiamenti né emendamenti”.
«La vera sfida a questo punto è quella di mettere tutti i voti disponibili per il ddl Zan senza modifiche così ognuno si assume le proprie responsabilità di fronte al Paese. Per esempio chiedendo la rinuncia al voto segreto perché nel ddl Zan non c’è nessuna violazione dei diritti di libertà personale e quindi il voto segreto non ha senso.
Tutti i sondaggi dicono che il Paese in maggioranza è favorevole al ddl Zan compreso l’elettorato di destra.
Tutto il Paese in questo momento ci guarda. Non solo perché vuole giustamente tutelare omosessuali, bisessuali, transgender, lesbiche, tutte le donne, le persone disabili e molte altre identità dalla violenza e dall’odio ormai insopportabili, ma perché il ddl Zan è diventato simbolico dei valori laici e progressisti fondamentali per uno Stato libero e non teocratico, come giustamente ha detto il presidente Draghi in risposta al maldestro tentativo vaticano di dettare legge».
E leggiamo ancora: «Esiste infine una questione tecnico giuridica che ci impedisce di usare in una legge penale i termini omofobia e transfobia perché non sono “tipizzati” e rischiano di essere cassati dalla prima sentenza della Corte Costituzionale.
In ogni caso il tempo è scaduto e occorre andare in aula con il testo Zan che avete votato alla Camera. Il Paese ci guarda e guarda anche voi e chiede decisioni chiare e urgenti. La tutela delle libertà personali e la garanzia della sicurezza delle minoranze rappresentano il nocciolo del sistema democratico non certo un lusso, i sovranisti vogliono portarci verso la dittatura, noi difenderemo fino in fondo la libertà».
(in aggiornamento), per aderire basta scrivere a info@gaynet.it
Arcigay – Associazione LGBTI Italiana, Gaynet – Formazione e comunicazione sui temi LGBTI, Rete Lenford – Avvocatura per i diritti LGBTI+, Associazione Famiglie Arcobaleno, AGEDO Nazionale – Associazione di genitori, parenti e amici di persone LGBT+, MIT – Movimento Identità Trans, Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, Cammini di Speranza Associazione Nazionale persone LGBT+ Cristiane, RGR – Rete Genitori Rainbow, Gaylib, EDGE – GLBT, Assist associazione nazionale atlete, Se Non ora Quando – Torino, Associazione Quore, Omphalos – Associazione LGBTI Perugia, Rebel Network, One Billion rising, SPIGA Sardegna, Coordinamento Intersezionale Sardegna, Da’ Voce al Rispetto, I Sentinelli, Coordinamento Nazionale Se non ora quando, Differenza Donna.
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