La selezione di Gaypost.it, per la sua pagina letteraria, per questo mese propone tre libri a tematica femminista. Sia perché di femminismo c’è bisogno, in un mondo in cui il potere (al) maschile è ancora predominante e in cui certe logiche privilegiano ancora gli uomini, a discapito delle donne; basta vedere, d’altronde, i dati della disoccupazione di dicembre 2020: su 101.000 posti di lavoro persi, ben 99.000 sono di donne. Sia perché crediamo nell’intersezionalità e il femminismo è un valido alleato, per la causa Lgbt+. E allora ecco i nostri consigli.
«Dietro a queste reazioni» di rifiuto, fino a vere e proprie crociate linguistiche «c’è un mondo di parole, un mondo fatto di storia e di usi che riflette quel che pensiamo, come ci costruiamo». Ed è questo il mondo raccontato da Vera Gheno, nel suo Femminili singolari, pubblicato a Effequ. «Attraverso le innumerevoli esperienze avute sui social, personali e dell’Accademia della Crusca, l’autrice smonta, pezzo per pezzo, tutte le convinzioni linguistiche della comunità italiana, rintracciandone l’inclinazione irrimediabilmente maschilista». Ed è proprio questo, a ben vedere, il motivo per cui questo testo, tra i libri consigliati, va certamente letto. Perché utilizza il sapere per destrutturare l’ignoranza e la sua applicazione nel discorso, quotidiano e politico.
Il libro, scrive ancora Guerra, «nasce in un momento politico e sociale complesso, in un giorno in cui sento il bisogno di prendere parte a qualcosa, di fare un’azione significativa. Se chiudo gli occhi, in questo momento vedo un mondo in fiamme: vedo governi sempre più autoritari e repressivi, proteste di piazza che scuotono tutto il mondo, persone sempre più frustrate da una società che sembra aver perso ogni parvenza di serenità e condivisione».
Non si erge sul piedistallo, l’autrice. Questo, ricorda ancora «non è un libro di teoria, ma un libro di prassi». Nessun tentativo di universalizzare esperienze personali. «Non voglio fare dottrina o elevare questi miei pensieri a un programma ideologico» Jennifer Guerra su questo è chiarissima. È pero, al tempo stesso, un testo politico, nella sua accezione più ampia. Quella che traduce in azione la propria coscienza privata. Per farne, appunto, patrimonio condiviso. Ed è per questa ragione, tra le altre, che abbiamo deciso di consigliarlo in questa terna di libri.
Ed è proprio di Serena Maiorana l’idea di raccogliere in una piccola antologia il frutto di discussioni e di confronti sul ciclo mestruale, confidenze fatte tra donne: «L’idea è nata in redazione, per rompere i tabù sull’argomento. E più in generale, raccontare il fenomeno in modo più scanzonato, in modo un po’ diverso, irriverente» dichiara la curatrice. «Ci piaceva l’idea di mettere insieme le autrici della nostra casa editrice. Il progetto è nato due anni fa, ci siamo riunite suddividendo argomenti e letture personali. I vissuti erano, d’altronde, molto simili. Diverso, invece, lo sguardo. È stato un percorso liberatorio, divertente». Un percorso di narrazione del sé che, attraverso la cultura, vuole abbattere stereotipi di genere e violenza.
Ma non si limita al narrare del sé e del rapporto col proprio corpo, questo libro. E sarebbe, anche solo per questo, un valido motivo per scriverlo (e per acquistarlo). No, Son tornate vuole essere un momento di solidarietà, di donne per donne. Perché per esplicita scelta delle autrici e della curatrice – leggiamo nella presentazione del volume – i diritti d’autore (tra il 10% e il 5% del prezzo di copertina, in relazione al canale di vendita) andranno devoluti al Centro antiviolenza Thamaia di Catania.
La famiglie sono tutte diverse. I diritti, invece, devono essere tutti uguali. E' questo il…
La notizia è di pochi minuti fa: Torino ospiterà l'Europride a giugno del 2027. Per…
Una bufala che sta circolando, durante queste Olimpiadi, è quella del “not a dude”. Stanno…
Ammetto che ieri guardavo un po’ distrattamente la cerimonia d’apertura delle Olimpiadi a Parigi. Sono…
Il comune di Catania nega la carriera alias alle persone transgender e non binarie della…
Ce lo ricordiamo tutti, Ignazio Marino, allora sindaco di Roma, che trascrive pubblicamente 16 matrimoni…