L’Irlanda ha deciso di negare l’ingresso ad un controverso pastore americano, diventato famoso per aver pregato nel 2009 per la morte di Barack Obama e per aver inneggiato all’autore della strage del Pulse, la discoteca lgbt di Orlando dove nel 2016 furono uccise 49 persone.
Secondo quanto riporta l’Irish Times, Steven Anderson aveva in programma di andare a Dublino il 26 maggio prossimo, invitato da un pastore battista nordirlandese. Una petizione per chiedere al governo di impedire l’ingresso nel Paese del pastore anti-gay, che ha anche posizioni antisemite e negazioniste dell’Olocausto, era stata firmata da 14mila persone. Anderson sostiene che l’omosessualità sia “un abominio che Dio punisce con la pena di morte”.
Il ministro della Giustizia, Charlie Flanagan, ha così firmato l’ordine di divieto d’ingresso ad Anderson, con effetto immediato: si tratta della prima iniziativa del genere mai intrapresa da Dublino, da quando è in vigore l’Immigration Act del 1999. L’Irlanda non è la sola ad aver bandito dal proprio territorio il famigerato predicatore americano. Diversi Paesi, tra cui la Gran Bretagna, hanno giù adottato misure simili. Andreson è già stato sottoposto a misure analoghe da altri Paesi: la Gran Bretagna, l’Olanda ed il Sudafrica.
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