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Luca e Francisco: la prima unione civile di Roma, celebra Virginia Raggi

Come era stato annunciato, si è celebrata oggi nella sala rossa del Campidoglio la prima unione civile romana. A officiare il rito, la sindaca Virginia Raggi, reduce da non poche critiche per la scarsa esposizione sui temi cari alla comunità lgbt capitolina.
Emozionatissimi, Luca De Sario e Francisco Villarusso, si sono scambiati le fedi e hanno detto “sì, lo voglio” davanti alla sindaca in una sala gremitissima di parenti e amici. Fuori ad aspettarli, decine di telecamere e fotografi. Secondo quanto hanno raccontato i due, Raggi era emozionata ed ha fatto loro gli auguri per la vita insieme.
“Un bel segnale” secondo l’associazione ANDDOS Gaynet di Roma, che adesso si augura “che la Capitale prosegua su questa linea intraprendendo una serie di politiche concrete per contrastare l’omo-transfobia e le discriminazioni e favorire la cultura delle prevenzione e della sessualità consapevole”. “Ci aspettiamo, quindi, che la sindaca incontri al più presto le associazioni, che hanno chiesto un incontro ufficiale già lo scorso 8 Agosto” conclude l’associazione.
Ora la coppia festeggerà con tutti gli invitati invitati. Ecco il video girato dal Corriere subito fuori dalla sala.

(l’articolo continua dopo il video)

Ma oggi si è tenuta anche un’altra unione, quella tra il vicepresidente di Famiglie Arcobaleno Michele Coletta e il suo compagno Esteban Jimenez che vivono insieme da dieci anni ed hanno due figli, due gemelli di quattro anni. A indossare la fascia tricolore, a Genova, c’era la presidente dell’associazione, Marilena Grassadonia.

Marilena Grassadonia con Coletta e Jimenez

Per Grassadonia è stata l’occasione per ribadire che quella sulle unioni civili è una legge importante, ma incompleta, considerata solo il primo passo verso l’obiettivo finale che rimane il matrimonio egualitario.

La nostra battaglia continuerà per i figli di Michele ed Esteban e per tutti gli altri figli di coppie omosessuali” ha dichiarato Grassadonia a margine della cerimonia.
“Festeggiamo noi e festeggiano i nostri figli, che ci vedono felici e uniti – ha aggiunto Michele Coletta -. Ma perché questo Stato si ostina a non vedere che entrambi siamo i genitori dei nostri bambini?“.

Sono tante le coppie di genitori omosessuali che, dall’approvazione della legge cosiddetta Cirinnà ad oggi, hanno scelto di unirsi civilmente e che considerano questo come un primo passo verso il riconoscimento della piena genitorialità per tutti coloro che hanno dei figli e che l’attuale legge ha lasciato senza diritti, affidando alla buona volontà dei tribunali per i minori il compito.

“Per questo Famiglie Arcobaleno continua a chiedere una legge migliore – si legge in una nota dell’associazione -, che non costringa i genitori omosessuali a una lunga via crucis per vedersi riconoscere dallo Stato quelle responsabilità che sono proprie di ogni genitore”.

(foto di copertina: Facebook – Antonio Petruss)

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