A quanto pare, anche quando si parla di pride tutto il mondo è paese. Anche nella vicina Svizzera, infatti, la manifestazione dell’orgoglio Lgbt viene vista come poco consona al concetto di sobrietà dalle frange più oltranziste – e per fortuna minoritarie – della società. E anche nella Confederazione si celebrano preghiere di “riparazione”. Solo che, contrariamente che da noi, qualcosa è andato diversamente.
A Lugano, infatti, è previsto il pride dal 28 maggio al 3 giugno e l’associazione Helvetia Christiana ha pensato di organizzare una veglia di preghiera contro la manifestazione. «Spesso si vedono scene poco morali, a cui assistono anche i bambini» ha dichiarato la realtà omofoba. «È un problema di decoro pubblico oltre che una questione religiosa». Insomma, siamo alle solite. Ma il comune non ci sta.
Il municipio di Lugano, infatti, ha deciso di vietare l’evento promosso da Helvetia Christiana perché lesivo del senso del rispetto nei confronti della comunità Lgbt. «Il Municipio di Lugano» si legge sulla stampa locale come «ha soppesato pro e contro, e Marco Borradori ha spiegato che “sulla base degli interessi in gioco, abbiamo deciso in senso negativo”. Senza per questo prendere posizione sulle idee di nessuno». Equidistanza, dunque, ma nel segno dell’attenzione all’altrui sensibilità.
Si sono ribellati, intanto, gli esponenti dell’associazione cattolica, che però sembra aver fatto una parziale marcia indietro: «Helvetia Christiana non ha voluto fare il rosario pubblico lo stesso giorno del GayPride», dichiarano i leader.«Helvetia Christiana non ha mai voluto pregare contro le persone omosessuali e neanche in alcun modo pregare contro le persone interessate dal GayPride», le ragioni erano altre: «pregare per i valori cristiani e la restaurazione dei suddetti valori della nostra civiltà cristiana e non contro persone».
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