“Siete una coppia gay, l’appartamento non ve lo affittiamo”. Una storia che ha dell’incredibile, quella che Beppe Caripoli, milanese, ha raccontato a Gaypost.it dopo che a rendere nota la vicenda era stato un suo post pubblicato sulla pagina Facebook dei I Sentinelli di Milano.
Beppe e il suo compagno convivono ed hanno due cani. L’appartamento in cui vivono è ormai troppo piccolo e per questo stanno cercando un’altra soluzione. Entrambi lavorano stabilmente, quindi non avrebbero problemi a pagare un normale canone di affitto. La settimana scorsa, i due ragazzi vedono un annuncio di una casa che fa proprio al caso loro e chiamano l’agenzia che si occupa dell’immobile: una filiale milanese del Gruppo Toscano.
Beppe chiama l’agenzia che, come di prassi chiede dettagli. “Quando dico che siamo due ragazzi, tutti pensano subito a due studenti – racconta Beppe – quindi ho specificato che siamo una coppia, entrambi lavoratori, e che cerchiamo una casa più grande di quella dove stiamo adesso”. Fin qui, tutto regolare. Venerdì scorso i due ragazzi vanno a vedere la casa con un agente e, di nuovo, specificano di essere una coppia. Durante la visita sono presenti i proprietari. “Nella camera non c’era il letto – continua il giovane -. Quindi abbiamo chiesto informazioni alla padrona di casa. Abbiamo quindi dovuto spiegare di nuovo che, essendo una coppia, ci serve un letto matrimoniale”. Finita la visita, i due ragazzi chiedono all’agente i dettagli sulla caparra, su come bloccare l’appartamento: prassi. Ottengono un appuntamento per la settimana successiva, di martedì.
“Arriviamo in agenzia, ci sediamo sul divanetto – racconta Beppe – e mentre parliamo con la persona che è difronte a noi arriva il titolare dell’agenzia. ‘Ah, ma siete due ragazzi?! La proprietà vuole solo un ragazzo ed una ragazza, insomma… una coppia etero’. Inutilmente cerchiamo di spiegare che più volte avevamo spiegato le nostre esigenze, anche alla padrona di casa che avevamo conosciuto e che mai era emersa questa richiesta da parte sua”.
Amareggiati, Beppe e il suo compagno tornano a casa e scrivono una email all’agenzia in cui spiegano nuovamente come sono andate le cose e che ora si sentono vittime di una discriminazione. Spiega, Beppe, che aveva parlato con la proprietaria dell’appartamento che si era resa disponibile a comprare il letto a seconda delle esigenze degli inquilini e che, invece, in agenzia si erano visti trattare con arroganza e pregiudizio. “Nel 2017 è a dir poco riprovevole tale comportamento e sarà mia cura divulgare e rendere noto quanto accaduto” conclude l’email.
Passa poco tempo e Beppe riceve una telefonata da un numero anonimo. È il titolare dell’agenzia che, stando al racconto del ragazzo, comincia a inveire contro di lui. “Mi dice che noi non conosciamo la storia, che siamo ‘i soliti froci che vogliono fare polemica’ e mi minaccia di querela se mi fossi azzardato a rendere pubblica la cosa”. Minacce andate a vuoto, perché Beppe, a quel punto, contatta la sede centrale del Gruppo Toscano, a Roma e racconta tutto l’accaduto.
Il Gruppo si scusa per l’accaduto e spiega che metterà il ragazzo nuovamente in contatto con il titolare dell’agenzia. E così avviene. L’uomo telefona a Beppe e gli dice che organizzerà un nuovo appuntamento con i proprietari dell’appartamento “e mi dice che così possiamo dimostrare a tutti che anche noi siamo delle persone normali“. La pezza peggiore del buco.
Nel frattempo, il Gruppo Toscano interviene in diversi profili e pagine Facebook in cui era stato diffuso il racconto di Beppe.
“In riferimento al vostro post, il Gruppo Toscano SpA afferma con forza di essere contro qualsiasi forma di discriminazione e razzismo – si legge nel commento -. Il fatto a cui fate riferimento è stato segnalato ieri dal diretto interessato e subito preso in carico dal Servizio Clienti del Gruppo Toscano, che è subito entrato in contatto con le parti per risolvere la problematica. Ribadiamo con fermezza la nostra posizione sopra espressa e continueremo a tenerci in contatto con il diretto interessato, tramite un nostro responsabile della Direzione di Milano, per trovare una casa al suo cuore di qualsiasi colore esso sia”.
Intanto, però, sui social network fioccano le reazioni indignate degli utenti che commentano il racconto di Beppe e il Gruppo Toscano interviene ancora.
“Comprendiamo perfettamente le reazioni di indignazione e rabbia di fronte ad un racconto del genere – scrive chi gestisce l’account ufficiale del gruppo su Facebook -, ma sottolineiamo che il Gruppo Toscano ha una posizione di tolleranza e di rispetto della libertà a cui ogni essere umano ha diritto.
In un altro commento, l’azienda spiega che “il punto affiliato in questione ha ricevuto una segnalazione ufficiale mentre Giuseppe si è incontrato questa mattina con il nostro Area Manager Lombardia presso la nostra Direzione Regionale di Milano per risolvere al meglio questa spiacevole vicenda”.
“Non so cosa ci sia scritto in questa comunicazione e non so come finirà questa vicenda – conclude Beppe -. Noi di certo non andremo all’incontro fissato in agenzia con i proprietari, visti gli sviluppi e continueremo a cercare casa”. Chissà, forse con altri gruppi immobiliari.
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