Ha deciso di non aspettare l’arrivo dei registri veri e propri, il comune di Milano, che ieri ha unito civilmente Margherita, la maestra malata terminale, e la sua compagna. Una celebrazione d’urgenza, per la quale Margherita aveva già rivolto un appello accorato a Palazzo Marino, vista la sua condizione. E ora che il decreto attende solo di essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale, senza rischiare ulteriori modifiche, l’amministrazione milanese ha scelto di non attendere oltre.
La cerimonia si è svolta ieri pomeriggio intorno alle 16 nella stanza dell’hospice dove Margherita è ricoverata. Davanti a parenti e amici, le due donne si sono dette “sì” e si sono scambiate gli anelli, tra la commozione generale, anche del personale della struttura che ha voluto partecipare a quel momento.
“Voglio che lei sia al sicuro anche senza di me” aveva dichiarato Margherita. Un desiderio legittimo, ma che i ritardi della legge rischiavano di non esaudire.
L’unione sarà la prima di Milano ad essere trascritta nel registro quando, a decreto pubblicato, sarà pronto. Intanto, però, la celebrazione è stata fatta perché aspettare oltre sarebbe stato un rischio troppo grande.
Le due donne stanno insieme da 25 anni, ma la malattia di Margherita ha reso tutto più difficile e, in mancanza di una tutela legale, più fragile. Per questo la donna, le cui condizioni si sono aggravate negli ultimi giorni, si era rivolta al Comune. La sua storia era stata raccontata da Repubblica Milano che ne aveva raccolto la testimonianza e l’appello a Palazzo Marino. Ora la coppia è riconosciuta anche dallo Stato, con tutte le tutele che la legge 76/2016 prevede, eredità e reversibilità della pensione incluse.
(foto di copertina: Repubblica.it)
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