Il Movimento 5 Stelle Lombardia ha annunciato con un post su Facebook di aver organizzato un carro per la parata di sabato 29 giugno del Milano Pride 2019.
L’iniziativa unisce i gruppi consiliari di Regione e Comune e gli attivisti di Milano, che indosseranno una maglietta gialla con la scritta “Movimento 5 Stelle Nessun passo indietro”. “Saremo in piazza con orgoglio per celebrare con migliaia di cittadini i cinquant’anni dei moti di Stonewall, l’avvio del movimento LGBT globale. Il giugno 1969 segna uno spartiacque nella Storia contemporanea tra un prima di invisibilità e sofferenza per gay, lesbiche e trans e un dopo fatto di diversità, fierezza, bellezza e uguaglianza”, dichiara sul social network Monica Forte, consigliera regionale pentastellata e presidente della commissione Antimafia.
“La nostra presenza – prosegue Forte – vuole ribadire la nostra adesione alla lotta contro ogni forma di discriminazione, il nostro netto ‘no’ all’omo-bi-trans-fobia e la nostra volontà di promuovere i valori di uguaglianza di tutti e tutte. Il nostro Pride e’ il 29 giugno ed e’ tutti i giorni. Proprio per questo invitiamo tutti e tutte a partecipare alla manifestazione”. Simone Sollazzo, capogruppo M5S a Palazzo Marino aggiunge: “Anche dal Comune di Milano faremo sentire il nostro pieno sostegno al Pride per una societa’ inclusiva dei diritti di tutti, senza alcuna distinzione. Stesso amore, stessi diritti”
Il primo a criticare la decisione dei pentastellati è il giovane responsabile Diritti del Pd Milano Metropolitana, Michele Albiani: “Con che coraggio, ci chiediamo, si presentano all’evento più importante di una comunità che hanno più volte tradito, prima non votando la legge sulle unioni civili nel 2016 e poi stando al governo con chi legittima posizioni e dichiarazioni inaccettabili come la pena di morte per i gay. Da ultimo il silenzio della ministra della Salute Giulia Grillo di fronte all’allarme lanciato sulla mancanza di un farmaco indispensabile per gli uomini transessuali, fatto denunciato anche dal Partito Democratico con due interrogazioni alla ministra”, denuncia Albiani. “A questo punto – conclude – aspettiamo con ansia risposte in merito, oltre a una legge di contrasto all’omotransfobia che siamo pronti a votare immediatamente”.
Un’ondata di critiche arrivano anche da parte della rete e degli attivisti del Lgbt. “Nessun Passo Avanti?” scrive su Facebook l’attivista Lgbted ex Presidente di Arcigay Friuli, Giacomo Deperu: “come se fosse un vanto non fare passi indietro dopo aver piazzato Fontana al Ministero intero della Famiglia, aver affossato la stepchild adoption ai tempi della Cirinnà, aver sentito Di Maio contrario alle famiglie omogenitoriali in prima serata tv e aver lasciato scorrazzare Salvini ovunque nel Paese”.
Valerio Barbini invece ricorda: “Già erano venuti ed erano stati contestati l’anno scorso a Milano, quest’anno ancora non si capisce che vengono a fare (e perché ce li prendiamo)”.
Diversa invece è l’analisi di Enzo Cucco: “Sono convinto che l’imbarazzo è forte e la non contraddizione stride, ma non dimenticherei le eccezioni, che in questo caso confermano (ahimè) la regola: a Torino il M5S ha fatto fare l’Assessore a Marco Giusta e oggettivamente la Sindaca Appendino su questo tema è stata solerte e decisa. E poi, indirettamente, hanno scelto prima Irene Dionisio poi Vladimir Luxuria alla direzione del Lovers Film Festival – Torino Lgbtqi Visions. Teniamone conto”. Ma l’umore resta pessimo per la comunità: “Ma io mi chiedo con che faccia? Al governo con fascisti, omofobi, razzisti, individui come Fontana come Ministro” scrive un utente.
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