Milano avrà un Registro di genere. Lo strumento permette il riconoscimento del genere di elezione per le persone trans e non binarie. E’ il risultato dell’approvazione, durante il consiglio comunale di oggi, di una mozione presentata da Monica Romano, la prima donna trans eletta a Milano.
Con l’iscrizione al registro, le persone trans residenti a Milano potranno avere il nome di elezione sui documenti di riconoscimento di competenza del Comune. A esempio, sugli abbonamenti dell’autobus, sulle tessere delle biblioteche comunali, sui badge che il Comune rilascia ai propri dipendenti e a quelli delle partecipate.
Per iscriversi al registro, ə cittadinə transgender milanesi dovranno fare una dichiarazione davanti all’ufficiale di stato civile. Una volta avvenuta la registrazione, si potranno chiedere i documenti con il nome di elezione e non più con il nome assegnato alla nascita.
«In attesa di una nuova legge nazionale che riconosca il diritto all’identità di genere e all’autodeterminazione delle persone transgender – spiega Romano sul suo profilo Facebook – l’approvazione di questo registro è un traguardo molto importante. Oggi le persone transgender devono affrontare percorsi che possono durare anche anni, frustranti quanto costose perizie psichiatriche e mediche, passaggi da avvocati e tribunali che allungano i tempi e costano migliaia di euro, prima di vedere riconosciuto un diritto che dovrebbe essere dovuto e soltanto validato dalle istituzioni».
«Tutto questo avviene in contrasto con gli orientamenti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità – prosegue – che, ormai quattro anni fa, ha stabilito che essere transgender non è una malattia psichiatrica. Come il Registro delle Unioni Civili approvato a Milano nel 2012 anticipò il riconoscimento delle coppie omosessuali, oggi il Registro di Genere sarà avanguardia per il riconoscimento della cittadinanza delle persone transgender».
La mozione prevede anche delle misure per permettere alle persone trans di esercitare il diritto di voto con maggior tranquillità. Finora si incorreva in situazioni spiacevoli e frustranti date dalla divisione dei registri elettorali in “maschi” e “femmine”.
«Uno speciale ringraziamento al prof. Angelo Schillaci, Professore associato di Diritto pubblico comparato nella Facoltà di Giurisprudenza di “Sapienza” Università di Roma, che mi ha supportato nella redazione della mozione oggi approvata» conclude Romano.
I voto di Milano assume un significato ancora maggiore perché avviene alla vigilia della giornata contro l’omofobia, la lesbofobia, la transfobia, la bifobia, l’intersexofobia (Idahobit) che si celebra domani, 17 maggio.
Con l’iscrizione al Registro del Comune di Milano non si può cambiare il nome sulla carta di identità, la patente, il passaporto e altri documenti dello Stato. Una modifica di questo tipo non sarebbe stata possibile con una mozione approvata in Consiglio comunale, ma prevede una legge dello Stato. Ciò nonostante, si tratta sicuramente di un traguardo importantissimo non solo per la comunità trans milanese. Come dimostra la vicenda dei registri per le coppie di fatto: adottati in tantissimi comuni d’Italia nel corso degli anni fecero da apripista alla legge sulle unioni civili.
L’unica legge italiana che permette alle persone trans di ottenere il riconoscimento di genere sui documenti, è in vigore da 40 anni ed è ormai inadeguata.
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