Il fumettista statunitense Howard Cruse, co-fondatore della rivista “Gay Comix” e storico collaboratore del periodico lgbt+ “The Advocate”, è morto ieri all’età di 75 anni. Curse era affetto da un tumoree si è spento nella sua casa di Williamstown, nel Massachusetts. L’annuncio della scomparsa è stato dato dal suo compagno Eddie Sedarbaum con cui era sposato dal 2005.
In Italia era conosciuto per la graphic novel “Figlio di un preservativo bucato” (uscita per Magic Press nel 2008). E’ la storia autobiografica di un ragazzo americano cresciuto negli anni ’60 e della sfida per accettare la propria omosessualità.
Avviato alla carriera di attore, nel 1960 Cruse incontrò il fumettista Milton Caniff che lo incoraggiò a coltivare la sua passione per il disegno. La sua carriera di disegnatore inizia, così, realizzando fumetti per riviste undergound.
Nel 1976 Cruse pubblicò il suo primo fumetto a tematica gay, “Gravy on Gay”. Ma è solo quattro anni dopo che diventa famoso come fumettista gay. Fu l’editore Denis Kitchen a decidere di voler pubblicare un fumetto a tematica gay e scelse di pubblicare una storia a fumetti che parlasse di gay. Il progetto venne affidato proprio a Curse. Nasceva così “Gay Comics”. Cruse lavorò a Gay Comics fino a quando la storica rivista The Advocate gli chiese di realizzare un personaggio che comparisse in delle strisce periodiche. Wendel, questo il nome del personaggio, e il gruppo di attivisti gay di San Francisco, uscirono sul mensile per tutti gli anni ’80, quelli di Regan e dell’epidemia di Aids. Era la prima volta che una rivista a così ampia tiratura pubblicava una serie a fumetti a tema lgbt.
Nel 1989 Cruse accettò l’offerta della Dc Comics di disegnare un fumetto autobiografico, che parlasse delle sue esperienze giovanili negli anni ’60 in Alabama, dove era nato e cresciuto. Nasce così “Stuck Rubber Baby”, tradotto in italiano con il titolo “Figlio di un preservativo bucato”. Ambientato in una città immaginaria del profondo Sud degli Stati Uniti lacerato dalle battaglie per i diritti civili dei neri, “Figlio di un preservativo bucato” racconta le peripezie del diciottenne Toland alle prese con la violenza razziale, ma anche con la faticosa accettazione della propria omosessualità. In quest’opera Cruse affronta un originale confronto tra il nascente movimento per i diritti civili dei neri e il movimento omosessuale che sarebbe nato da lì a pochi anni.
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