La Corte d’Appello di Napoli ha accolto il ricorso di due mamme la cui richiesta di stepchild adoption era stata rigettata dal Tribunale per i minorenni.
Lo rende noto Famiglie Arcobaleno di cui le due donne sono socie.
La sentenza 145/2018 della Corte riconosce il diritto delle due donne ad essere riconosciute entrambe come madri di Lorenzo, che ora ha 6 anni.
A seguire la coppia nell’iter giudiziario, l’avvocata Francesca Quarato, del team legale di Famiglie Arcobaleno.
Per Quarato le motivazioni sono “molto importati” perché “la Corte d’Appello fa un passo avanti ulteriore” rispetto alla stepchild adoption. I giudici, infatti, ricordano che si tratta di “una forma di tutela minima per i figli di coppie omogenitoriali, perché è subordinata alla domanda, perché assicura una tutela non piena e, infine, concede di adottare quello che, invece, deve essere considerato un figlio della coppia già alla nascita” spiega l’avvocata. “In tal senso, richiama espressamente la legge 40 indicando per la piena tutela dei figli di coppie omogenitoriali la strada del riconoscimento alla nascita”, conclude Quarato.
La legge 40 permette il riconoscimento automatico come genitori di entrambi i partner di una coppia che hanno dato il loro assenso all’inseminazione. “Questa norma – spiega la presidente dell’associazione Marilena Grassadonia – è perfettamente applicabile anche alle coppie lesbiche ed è anche per questo motivo che diversi Comuni in Italia stanno procedendo alle annotazioni di entrambi i genitori sui certificati di nascita. Questa sentenza ci conferma che siamo nel giusto nel portare avanti la nostra battaglia per il riconoscimento alla nascita dei nostri figli e delle nostre figlie”.
E proprio ieri, la legge 40 è finita nelle mani della Corte Costituzionale proprio in riferimento all’accesso alla fecondazione eterologa da parte delle coppie di donne.
Per il portale giuridico Articolo 29 si tratta di una sentenza storica, proprio per il riferimento alla legge 40. “Con questa decisione della Corte d’Appello – si legge in un comunicato stampa – è definitivamente sbarrata la strada ad ogni avventurosa via penale contro i sindaci, salvo ritenere che siano adesso da indagare pure questi giudici, che al pari di altri stanno interpretando la legge vigente in modo attento e consapevole”.
I giuristi di Articolo 29 spiegano che “la Corte d’appello ha sancito che deve darsi protezione giuridica alla relazione tra il bambino e le due madri, accogliendo la richiesta delle due donne, in quanto il bambino è comunque figlio di due madri anche per la legge italiana”. Inoltre “conferma che tale interpretazione è corretta anche nel caso di due padri”.
Il riferimento è alle notizie di ieri sulle due procure di La Spezia e Pesaro che hanno impugnato le trascrizioni dei certificati di nascita dei figli di due coppie di papà. Nella motivazione di Pesaro si fa esplicito riferimento, appunto, al legame biologico.
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