Alex è un giovane tans napoletano rimasto senza famiglia e abbandonato da tutti quando ha deciso di cominciare il suo percorso di transizione. A raccontare la sua storia, chiedendo per lui supporto e un tetto sotto cui vivere è Arcigay Napoli.
Alex è costretto a vivere per strada, durante il giorno, perché l’unico posto disposto ad accoglierlo in questo momento è un dormitorio aperto dalle 19.30 alle 8 del mattino.
“Ho perso la mia famiglia alcuni anni fa – raconta Alex secondo quanto riferisce l’associazione partenopea – e per lungo tempo ho vissuto di stenti e di abbandoni, di discriminazioni da parte degli enti istituzionali ed ecclesiastici. Quando ho deciso che la mia vera identità doveva venire fuori, e volendo smettere di nascondermi e causare a me stesso ulteriori sofferenze sono rimasto definitivamente solo e incompreso”.
Una storia, purtroppo, non unica, quella di Alex. Sempre a Napoli, qualche mese fa, una giovanissima coppia di ragazzi gay era stata abbandonata dalle rispettive famiglie e costretta a vivere per strada.
“Attualmente mi trovo senza un alloggio, senza una fissa dimora e senza un sostentamento economico, in totale abbandono della mia persona – continua il ragazzo trans -. Resto per strada, senza cibo e senza aiuti. Nel tempo ho dovuto subire e accettare degli abusi pur di guadagnarmi da vivere. Ho cercato lavoro, ma ho ricevuto continue porte sbattute in faccia perché ho scelto la mia dignità, il rispetto per me stesso e quei valori umani e i diritti che spesso vengono calpestati. Ho creduto, ma credo fortemente tutt’ora che la libertà di un essere umano non debba mai essere messa in discussione e a cui non bisogna rinunciare o barattare. Ma il mio volermi sentire finalmente libero dentro ha fatto sì che io pagassi un prezzo molto alto e ha fatto sì che adesso la mia vita resti in bilico e appesa ad un filo”.
“Ho provato a contattare le Politiche sociali e le Politiche giovanili del Comune di Napoli, ma sino ad ora non ottenuto delle risposte e soluzioni di alloggio. Ciò per cui sto lottando è la dignità di un essere umano. L’Unità Mobile di Napoli che mi ha raccolto si è rivolta al Rainbow Center ma loro non hanno una struttura residenziale di accoglienza anche temporanea ma solo un’assistenza legale o psicologica. Li puoi restare solo 3 giorni e poi vai via. Attualmente dormo in un dormitorio pubblico che apre alle 19.30 di sera ma entro le 8 del mattino devo uscire e resto per strada senza nulla”.
“Permane in Italia, e soprattutto al centro sud – dichiara Daniela Lourdes Falanga, responsabile per le politiche trans di Arcigay Napoli – una situazione di grave disagio per tutte le persone trans ed omosessuali che, rivendicando la loro identità sessuale, si trovano a dover fronteggiare la crudeltà della solitudine”.
“Un dato di fatto che deve urgentemente trovare soluzione, come gridiamo ormai da anni, attraverso spazi adibiti all’accoglienza di chi non ha più dimora – continua Falanga -. Violenze, abusi e per finire la strada, ed un conflitto tra le istituzioni locali e il diritto a trovare un riparo da parte di persone indirizzate verso dormitori e altri enti mai preparati a relazionarsi con chi presenta istanze completamente diverse da chi abitualmente li occupa. Il caso di Alex è emblematico e grave”.
Per aiutare Alex e tutti gli altri giovani lgbt che rischiano di rimanere senza una casa e senza alcun sostegno, l’associazione napoletana sollecita “chi, tra gli amministratori della città, ha preso parte all’inaugurazione del Rainbow Center a garantire che l’ente sia disponibile ad un’accoglienza che non sia di un tempo limitato. Perché Alex possa fare, attraverso la rete cittadina delle associazioni LGBT e l’amministrazione, un percorso di vita sereno e non di sopravvivenza”.
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