Benjamin Netanyahu ha nominato una persona dichiaratamente gay al ministero della Giustizia.
Si tratta del parlamentare del Likud Amir Ohana. E la prima volta che ciò accade nella storia politica di Israele, il paese considerato più friendly del Medio Oriende, ma con un sistema politico in cui pesa la presenza dei religiosi ortodossi, tra l’altro alleati nella coalizione guidata da Netanyahu. Ohana e il suo compagno hanno due figli avuti con la gestazione per altri in Oregon. Molto probabilmente, il premier ha messo in atto una mossa elettorale simile a quella fatta di recente da Donald Trump. Quest’ultimo, in vista delle elezioni del 2020, ha infatti proclamato il “Mese dell’Orgoglio Lgbt” negli Stati Uniti, per la prima volta da quando è presidente.
“Amir Ohana è un giurista che conosce bene il sistema legale”, ha detto l’ufficio del premier in una nota. Ohana sostituirà Ayelet Shaked, estromessa nei giorni scorsi dal capo del governo. Avvocato israeliano, ex ufficiale di Shin Bet (il servizio segreto interno), dichiaratamente gay e attualmente membro della Knesset, Ohana potrebbe rimanere in carica fino a metà novembre, ben oltre le elezioni previste il 17 settembre. Netanyahu, che non è riuscito a formare un governo dopo le elezioni di aprile, ha optato per lo scioglimento del parlamento e nuove elezioni. Questo ha impedito al presidente israeliano Reuven Rivlin di affidare a qualcun altro l’incarico di formare un governo. Israele andrà a elezioni anticipate il prossimo settembre, proprio a causa di una rottura tra Netanyahu e i religiosi ultraconservatori.
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