Continua la polemica sul cartello esposto alla riserva naturale di Vendicari, in provincia di Siracusa, nei pressi di Noto. Intervistato sulla questione, il responsabile Giancarlo Perrotta ha dichiarato: «Ho già dato disposizione di rimuoverlo, mi rendo conto che è scritto in maniera infelice, serviva soltanto a mettere in chiaro agli operai cosa sia una famiglia, intendendo applicare lo sconto a persone legate da una parentela di primo grado». Lo riporta Repubblica.it, in un articolo di Eugenia Nicolosi. E sulle famiglie arcobaleno, lo stesso dichiara: «Sono sicuro che applicavano lo sconto anche alle coppie Lgbt».
Ma è proprio così? Nel video, pubblicato in rete da un profilo personale, possiamo ascoltare l’imbarazzo del personale di fronte alle richieste di una signora, che faceva notare che le famiglie possono essere composte da due donne, due uomini o possono essere monoparentali. Alla donna è stato risposto, in modo scherzoso, di travestirsi (l’articolo segue dopo il video).
Un cartello abbastanza infelice, ad ogni modo. Per diverse ragioni. Nel caso ci fosse stata malafede e la volontà di escludere famiglie non tradizionali, avrebbe peccato di discriminazione. Invece pare che si tratti di un messaggio scritto male. E qui cadiamo nel secondo elemento di criticità: una comunicazione ufficiale di un ente pubblico non può prestarsi a tali ambiguità, fossero anche solo linguistiche. Non si fa un buon servizio alla lingua italiana e all’immagine dell’ente stesso. Bene che il cartello venga sostituito. L’uso di un linguaggio inclusivo – per fare un esempio: “riduzione per bambini e bambine e rispettive famiglie” – sarebbe stato più efficace.
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