E anche la Svizzera prova a dire di no a omofobia e a transfobia, attraverso una decisione del Consiglio Nazionale che ha adottato una revisione del Codice penale in materia. Saranno vietate, secondo quanto prevede la nuova normativa, le discriminazioni basate sia sull’orientamento sessuale, sia sull’identità di genere, completando la norma penale sul razzismo. Secondo quanto prevede l’iter della Confederazione, la decisione finale spetta adesso al Consiglio degli Stati.
La decisione nasce dalla proposta dal consigliere socialista Mathias Reynard, che ha sottolineato il vuoto giuridico riguardo alle discriminazioni relative all’identità sessuale dell’individuo. Secondo la nuova normativa, il Codice penale potrà perseguire chi si macchia di reati per omo-transfobia. Fino ad oggi, invece, l’intervento dello Stato è previsto per affermazioni e atti che ledono la persona in virtù della sua appartenenza all’etnia, alla religione o al colore della pelle. A ritenere non necessario l’aggiornamento giuridico, i rappresentanti dei partiti cattolici.
Secondo la decisione del Consiglio nazionale, decisione votata con 98 voti a favore e con 83 voti contrari, le infrazioni alla norma – analogamente come avviene per i reati di razzismo – verranno perseguiti d’ufficio. Se qualcuno, perciò, attraverso le sue dichiarazioni lederà la dignità umana delle persone Lgbt, subirà un processo penale così come avviene per chi attacca un cittadino per la sua identità nazionale o religiosa. La palla passa adesso alla Camera alta, al Consiglio degli Stati, per diventare operativa.
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