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Omofobia a scuola, in Salento: “Prof, è vero che sei gay?”

Offese ripetute a danno di un docente, a sfondo omofobico. E ancora, aggressioni fisiche, atti vandalici e pressione psicologica ad un uomo descritto come «timido, riservato e celibe». Ad aggravare il quadro, le istituzioni scolastiche non hanno tutelato l’insegnante. Una situazione ai limiti dell’assurdo, nel basso Salento, che ha fatto sprofondare la vittima di tutta questa violenza in uno stato di depressione. È quanto si apprende dal Quotidiano di Puglia, dopo la denuncia del padre della vittima.

Tra insulti omofobici e depressione

 

Il fatto di avere un temperamento delicato e di essere non sposato avrebbe indotto i ragazzi a convincersi che il loro professore fosse omosessuale. Da questa considerazione, si sono sentiti autorizzati a tormentare l’uomo in modo ripetuto e costante. Una situazione che va avanti dal 2016 e che ha portato l’uomo a presentare due denunce ai carabinieri e «una diffida inviata al dirigente scolastico della scuola in questione affinché si attivasse per porre fine alle continue brutalità». Il grado di pressione è stato talmente insopportabile, che il docente si è ammalato ed ha dovuto ricorrere alle cure sanitarie.

Le denunce

Le minacce e le aggressioni sono andate avanti, in tutti questi anni, senza un intervento concreto da parte della scuola. «La seconda denuncia» si legge ancora, arriva nel «novembre 2017. All’uscita da scuola un alunno di una classe in cui non insegna il docente in questione lo spintona alle spalle facendogli cadere lo zaino e gli occhiali, gridando: “Professore, è vero che tu sei gay?”. È la goccia che fa traboccare il vaso». Il docente cade in una profonda depressione che lo allontana dall’ambiente lavorativo.

L’ostilità della scuola stessa

Il padre della vittima – che preferisce mantenere l’anonimato – punta il dito proprio contro le istituzioni scolastiche. È partita così la diffida indirizzata al «dirigente scolastico e al vicepreside della scuola media in cui insegna dal 2015. Il legale parla di atti vandalici e aggressioni subite “da una schiera di alunni dell’istituto”». Pesanti le accuse: non solo le violenze degli alunni, gli insulti omofobi e i danni all’automobile, ma secondo il legale «lo stesso vicepreside avrebbe avuto atteggiamenti ostili nei confronti dell’insegnante e quindi la diffida». Una storia che fa riflettere su quanto ancora ci sia da lavorare nelle nostre aule. A partire dalla classe docente.

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