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La parabola discendente di (uno) Zero

È uscito da qualche giorno il nuovo singolo di Renato Zero, quello che ha presentato in anteprima all’ultimo festival corredandolo con quel discorso ermetico stile X Files misto ad Anna Oxa: “Ringrazio spesso la diffidenza di molti di voi, in tanti pensavano che gli alieni venissero da fuori e invece sono in mezzo a noi e io li rappresento modestamente tutti”. Ovviamente è andato oltre raggirando il suo pensiero a favore delle unioni civili, sostenendo la famiglia tradizionale come quella della capanna, ringraziando suo padre e sua madre per quei sani valori che gli hanno inculcato. “La famiglia è importante”… “le scie chimiche hanno le loro colpe” aggiungerei io. E siamo solo all’inizio della promozione: secondo me avrà molte altre perle da proporci in contemporanea all’uscita dell’album.

D’altronde come non ricordarsi cosa disse per l’uscita della raccolta delle sue canzoni d’amore? “Ho scritto un brano: si chiama Segreto amore. Farà cadere le voci, farà tacere i pedanti”. E noi gioiose e attente eravamo pronte al suo comin’ out. Arriva il giorno dell’ascolto del disco. Cosa ne esce?

“State lontani dalle mie finestre, voi che inseguite certe fantasie. Nella testa un pensiero solamente, ma per carità: godetevi la vita” e ancora prima “la prudenza mi ha salvato, ma il sospetto ancora c’è, strafelice d’aver dato tutto me”.  A molti è sorto un dubbio: è solo un democristiano votato ai più bassi istinti commerciali per i quali per riempire uno stadio bisogna dare un colpo al cerchio e uno alla botte e accontentare tutti e nessuno, oppure c’è veramente una personalità più complessa di quello che immaginiamo? A darci una mano possono essere le dichiarazioni rilasciate nei dieci anni passati, cause di grandi sfuriate in casa Arcigay e di inviti a boicottare le sue canzoni nelle serate.

La pima scintilla arrivò durante una “Domenica In” dove il buon Renato avrebbe affermato di “aver detto il falso” dichiarando “la propria omosessualità per non svolgere il servizio di leva”. Aggiungendo “noi siamo d’un’altra pasta” tra gli applausi entusiasti del pubblico.
Ma non dimentichiamoci “Gli omosessuali sono un po’ come i bambini Down: sono diversi, hanno il loro mondo, sensibilità acutissime” che scatenò un tale delirio mediatico che dovette intervenire persino il figlio in sua difesa creando una toppa peggiore del buco “le parole di mio padre sono state travisate. Dichiararsi gay è «l’eccesso»“. E l’eccesso, mie care, “non è mai bello, non è mai fine, mai delicato”.

Sempre il figlio decide poi di buttarsi nell’avventura dell’Isola dei Famosi subendo una dura reprimenda di Busi, il tutto mentre l’Italia si chiede: Renato Zero non è sposato, com’è possibile che gli abbiano lasciato adottare un figlio, visto che in Italia la legge non prevede che un single posso adottare? Perché non lo spiega, così da aiutare tutte quelle persone single omosessuali e etero che stanno cercando di farlo?
Ma non finisce qui.

Dona la sua voce a uno spot per San Francesco: “un santo che più si conosce più si ama”, si lancia in una crociata contro il preservativo (“può essere maligno”) e nel frattempo torna sull’argomento “gay” su Diva e Donna. “Mi chiedono di fare outing, ma perché devo accettare l’idea di essere omosessuale quando so che ho amato e continuo ad amare donne? Se arrivasse un uomo e mi provocasse un trauma formidabile non vedo che cosa ci sarebbe di male a starci insieme” Come qualcuno ha già detto: “se mi avessero dato un centesimo ogni volta che qualcuno ha usato la parola “outing” al posto di “coming out” ora starei pattinando in un attico a San Babila.” Ma insomma il succo dello Zero pensiero si riduce a “gay vuol dire estetismo trasgressivo, etero vuol dire affetto e minimalismo. Non mi travesto più, ho voglia di amore, ho scelto le donne”.

In ballo viene sempre tirata Lucy, la sua fidanzata storica. Alcuni fans si sperticano in una difesa che sembra più un calembour: “Dopo tante delusioni con i maschi, si è accorto che l’amore vero è quello della sua cara Lucy”. Passano gli anni e Tv Sorrisi e Canzoni riesce a scovare una sua dichiarazione del 2013 sempre alquanto sibillina in merito alle unioni civili Domanda: “si augura che la legge sui matrimoni gay e sulle adozioni delle
coppie gay venga approvata anche in Italia?”. Risposta:”“Sì. Nel mio percorso non ho fatto altro che stuzzicare le coscienze aiutandomi con l’efficacia di un microfono. Chi non accetta queste semplici regole di pacifica convivenza probabilmente per qualche motivo non vuole la felicità degli altri e lui stesso non si sentirà mai appagato“.
Quindi si torna sempre all’eterna zerodomanda: in fin dei conti chi è il vero Renato? Quello che cantava “Sbattiamoci”, “Triangolo”, “Sesso o Esse”, “Onda gay”, o un anziano imborghesito che non si accetta? Voi cosa ne pensate?

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