Politica&diritti

“Bimbi arcobaleno, il parlamento legiferi”, così il mondo Lgbt+ sulle sentenze della Consulta

Risuonani alti gli echi su quanto comunicato dalla Corte Costituzionale, in merito alle sentenze sui bambini arcobaleno. Si attende, adesso, di leggere al dettaglio le due sentenze che saranno depositate nelle prossime settimane, per capire cosa contengono e quali sono i rilievi giuridici in esse contenuti. Gli esperti del settore intanto, nonché i personaggi del mondo politico, sottolineano l’importanza di quanto avvenuto. Vediamo insieme i loro commenti.

Alexander Schuster: “Voragini enormi nel diritto italiano”

Alexander Schuster

«I due moniti segnano un passo avanti importante» dichiara l’avvocato Alexander Schuster, che ha seguito i due casi. «Certo segnalano che il diritto italiano è caratterizzato da voragini enormi, che il sistema non regge. Il diritto italiano oggi non è capace di tutelare queste famiglie, questi bambini e queste bambine». Schuster ricorda ancora: «Di questi vuoti porta la primaria responsabilità il Parlamento e la Consulta ha senz’altro ragione a puntare il dito. La Corte costituzionale è però tornata alla stagione dei moniti. Speriamo che il legislatore non faccia come in passato, quando era sordo a questi ammonimenti».

Rete Lenford: “Il legislatore non può rimanere in silenzio”

Vincenzo Miri – presidente di Rete Lenford, l’associazione che ha depositato in entrambi i giudizi le sue opinioni scritte – dichiara a sua volta: «Già nella sentenza n. 230 del 4 novembre 2020 la Consulta, occupandosi dei bimbi di due mamme, aveva statuito che la tutela offerta dall’adozione presenta gravi limiti». Per Miri «oggi, la Consulta va oltre e» continua «rivolge anche un “forte monito” al legislatore affinché intervenga ‘urgentemente”. Come affermiamo da anni, il legislatore non può più rimanere in silenzio, continuando a ignorare la tutela piena e reale delle famiglie arcobaleno».

Angelo Schillaci: “Spiragli significativi”

Vincenzo Miri, di Rete Lenford

Gli fa eco il giurista Angelo Schillaci, su Facebook: «Sull’omogenitorialità, la Corte costituzionale non ha deciso nel merito, è vero. Ma, a leggere con la dovuta prudenza i comunicati stampa (e sperando che le sentenze arrivino al più presto), mi pare che rispetto alla giurisprudenza più recente si aprano spiragli significativi». Continuando: «La Corte riconosce che c’è un vuoto di tutela: che ci sono bambine e bambini che devono veder riconosciuto il proprio stato giuridico. Che è ora che la politica se ne faccia carico. Seppure alla maniera della Corte, una svolta. Leggeremo e commenteremo le decisioni».

Monica Cirinnà: “Aprire una discussione seria e non ideologica”

Anche Monica Cirinnà commenta favorevolmente: «Dalla Corte costituzionale arriva una importante presa di posizione: é necessario e urgente dare una risposta e piena tutela alla bambine e ai bambini delle famiglie arcobaleno». La senatrice dem chiama al dovere i suoi colleghi: «A farlo deve essere il legislatore. Ancora una volta, la Corte “mette in mora” il Parlamento: è successo nel caso Cappato/Dj Fabo sul fine vita, succede oggi». L’esponente del Pd auspica un confronto maturo e un forte senso di responsabilità: «La politica non può ostinarsi a decidere di non decidere. Con coraggio, è davvero il momento di aprire una discussione – seria, efficace, non ideologica – per arrivare a una soluzione giuridica sulla base delle due sentenze della Corte, che aspetto di leggere. Quel che è certo, è che sui diritti non si può aspettare».

Sergio Lo Giudice: “La battaglia continua”

Monica Cirinnà

«La legge italiana non fornisce piena tutela giuridica ai bambini nati all’estero tramite maternità surrogata nè a quelli nati in una coppia di donne mediante fecondazione eterologa» commenta così Sergio Lo Giudice, già senatore dem. «Per questo il legislatore dovrà intervenire presto per sanare questa mancanza. Non è Famiglie Arcobaleno a dirlo, ma la Corte Costituzionale, che oggi ha rivolto al Parlamento un monito a legiferare». Per Lo Giudice «la strada è ancora lunga, ma un passo dopo l’altro la situazione sta cambiando . Adesso tocca alle Camere evitare, come purtroppo avviene in tema di diritti, di fare finta di niente e fare il suo dovere. La battaglia continua, fino al riconoscimento pieno dei diritti dei nostri figli».

Famiglie Arcobaleno: “Il parlamento si assuma le sue responsabilità”

E arriva anche il commento di Famiglie Arcobaleno: «Noi genitori omosessuali non vogliamo più stare alla finestra a guardare chi non vuole assumersi la responsabilità di riconoscere per legge quello che è nella realtà: i nostri figli e le nostre figli hanno due mamme o papà. Nella realtà, ma non per legge». L’associazione dei genitori omosessuali richiama il parlamento al suo dovere. E continua, nel suo comunicato: «La Corte Costituzionale con le due sentenze anticipate oggi […] dichiara espressamente che l’attuale quadro giuridico “non assicuri piena tutela” ai nostri bambini e alle nostre bambine». E invita a firmare la petizione per il riconoscimento dei figli e dei genitori arcobaleno.

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