Continua l’odissea di Patrick Zaky il giovane studente egiziano, iscritto all’Università di Bologna e detenuto nelle carceri del suo paese d’origine con l’accusa di “propaganda contro lo stato”. Secondo un’emittente egiziana, infatti, «l’omosessualità era l’oggetto del suo studio». Per questa ragione, «dall’Italia Zaky voleva screditare e attaccare il governo egiziano». Una tv privata, ma controllata dal governo, secondo La7. Capo d’imputazione surreale, se visto con gli occhi di chi vive in una moderna democrazia. Ma sufficiente a rimanere ingiustamente in carcere.
Patrick Zaky, inizialmente, è stato «detenuto a Mansoura, città di origine della sua famiglia». Quindi «è stato spostato al Cairo a marzo». Qui, «a causa dell’emergenza Covid, non ha potuto incontrare familiari né avvocati. La mamma ha potuto finalmente vederlo soltanto a settembre e lo ha trovato dimagrito e stanco, ma anche determinato a non farsi piegare e desideroso di continuare gli studi in Italia» si legge ancora su Repubblica.it.
La famiglie sono tutte diverse. I diritti, invece, devono essere tutti uguali. E' questo il…
La notizia è di pochi minuti fa: Torino ospiterà l'Europride a giugno del 2027. Per…
Una bufala che sta circolando, durante queste Olimpiadi, è quella del “not a dude”. Stanno…
Ammetto che ieri guardavo un po’ distrattamente la cerimonia d’apertura delle Olimpiadi a Parigi. Sono…
Il comune di Catania nega la carriera alias alle persone transgender e non binarie della…
Ce lo ricordiamo tutti, Ignazio Marino, allora sindaco di Roma, che trascrive pubblicamente 16 matrimoni…