>”Le istituzioni internazionali intervengano immediatamente per proteggere i cittadini”. E’ l’appello disperato di Ilga Europe alla lice delle violenze della polizia contro la comunità LGBT+ in Polonia.
“Dopo due anni in crescendo – denuncia l’associazione internazionale – il culmine è stato raggiunto ieri, 7 agosto, a Varsavia”.
Nella capitale polacca, infatti, si è svolta una manifestazione spontanea per protestare contro la “detenzione preventiva” imposta ad un’attivista lgbt+, Margot Szutowicz.
La polizia ha arrestato oltre 50 persone ed ha usato la violenza per reprimere la manifestazione. Questo non ha fermato la comunità che è pronta a scendere nuovamente in piazza.
Ilga Europe denuncia che dal 2018 si registra un aumento cruento e graduale delle violenze e dell’intolleranza contro la comunità gay, lesbica, bisessuale, trans polacca. E l’odio è diventato il carattere distintivo della campagna elettorale del neo eletto presidente della Polonia, Duda.
Solo nell’ultimo anno, ricorda Ilga, oltre 100 municipalità si sono dichiarate “zone senza lgbt” e hanno adottato politiche esplicitamente discriminatorie.
L’allarme di Ilga è drammatico. “Alle persone lgbt+ viene negato il diritto all’esistenza” dichiara Björn van Roozendaal, dirigente dell’associazione secondo cui non c’è accesso ad una giustizia equa. “In una situazione come questa – prosegue van Roozendaal – le proteste sono inevitabili e possono essere considerate come provocate proprio dall’incapacità del governo di tutelare i diritti fondamentali. Non dimentichiamo che questo sta succedendo in uno stato dell’UE dove i diritti fondamentali sono chiaramente codificati dalla legge”.
(Foto pubblicate dalla Campagna contro l’omofobia – Kampania Przeciw Homofobii, KPH)
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