Attivisti Lgbti e alleati si sono riuniti ieri al centro dell’androne di marmo della Trump Tower: il grattacielo sulla Fifth Avenue e quartier generale del presidente dove la famiglia ha vissuto fin quando, in autunno, Melania ha finalmente deciso di raggiungere il marito alla Casa Bianca.
È qui che fra uomini dei servizi segreti, portieri in livrea con le iniziali “TT”, Trump Tower, ricamate sulle maniche e curiosi hanno sfoggiato cartelli e contro le violenze verso le persone transgender e non binarie negli Stati Uniti.
La protesta è stata organizzata dall’associazione We Will Not Be Silent. “L’odio e la violenza contro le persone queer e trans, la supremazia bianca, la misoginia, la xenofobia e tutto l’odio vomitato impunemente da Donald Trump e dalla sua amministrazione continua a condannare a morte la nostra gente”, si legge in un comunicato stampa e continua: “Questo è un messaggio chiaro in nome di tutti quelli che abbiamo perso nella nostra comunità e a nome nostro: “VOGLIAMO VIVERE LIBERI. REAGIREMO”
Tra i partecipanti anche il gruppo d’azione: “Rise and Resist”, hanno scandito i nomi delle pioniere del movimento Lgbtqi come Audre Lorde e Sylvia Rivera. Altri hanno urlato gli slogan ‘Nel loro nome’ e ‘Senti l’urgenza’.
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