È finita in prigione la ragazza che si faceva riprendere, per le strade di Teheran, senza il velo e a capo scoperto, con i capelli sciolti sulle spalle. Un’azione dirompente e di protesta, contro l’obbligo che vige nella repubblica islamica di indossare l’hijab. Il suo arresto, come si legge su La Repubblica che riporta la notizia, risale a qualche giorno fa.
La protesta della ragazza segue la campagna lanciata sui social da Masih Alinejad, giornalista e attivista iraniana che vive tra Londra e New York, in stato di esilio. Il suo movimento si chiama My Stealthy Freedom, e pubblica immagini e materiali video per affermare il diritto delle donne di poter scegliere il proprio abbigliamento e se mettere o meno il velo, andando contro le direttive del regime iraniano, molto stringenti e ferree circa la condizione femminile.
«Essere donna in Iran» ha dichiarato Alinejad, in una sua intervista «è una battaglia continua. Devi lottare ogni giorno per affermare diritti basilari». Ci racconta, ancora, quando nel suo paese faceva domande scomode ai politici iraniani. La risposta era: «Zitta tu. Prima di parlare sistemati i capelli». Da quel momento, l’attivista ha deciso di pubblicare in un blog la sua protesta contro l’imposizione del velo.
In molte l’hanno seguita. Tra cui la ragazza di Teheran che si è fatta filmare esponendo un drappo bianco, simbolo del “white wednesday” (in italiano “mercoledì bianco”), ovvero l’atto di farsi ritrarre con un indumento di quel colore che proprio in Iran uomini e donne espongono per ribellarsi alla legge sul velo. Il video che riprende la giovane attivista ha ispirato, per altro, una vignetta che è diventata virale sul web. Segno della volontà di cambiamento di una parte importante della società del paese asiatico.
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