Una proposta di legge per cancellare quella riga delle unioni civili che consente anche alle coppie arcobaleno di crescere un figlio. A depositarla il senatore Gaetano Quagliariello, leader di Idea.
Come sappiamo la legge sulle unioni civili del 2016 non ha esteso alle coppie dello stesso sesso la possibilità di adozione del figlio del coniuge (la cosiddetta stepchild adoption). I giudici hanno sempre autorizzato, dal 2014, l’adozione anche all’interno delle famiglie arcobaleno, grazie a una norma diversa da quella che prevede l’adozione del configlio, che indica come il minore possa essere adottato “quando vi sia la constatata impossibilità di affidamento preadottivo“, ovvero quando non vi siano le condizioni per affidarlo.
La chiave di volta che ha garantito diritti e doveri ai genitori arcobaleno va ricercata nelle poche righe presenti nel maxiemendamento del 2016: “resta fermo quanto previsto e consentito in materia di adozione dalle norme vigenti”. Uno stratagemma lungimirante che pur negando la stepchild alle coppie omosessuali non ha cancellato definitivamente diritti delle famiglie arcobaleno ormai acquisiti.
Quagliarello parla di “adozione mite”, “fecondazione eterologa” (ammessa e ampiamente praticata soprattutto dalle coppie etero), “gestazione per altri” (usando le sue parole: “utero in affitto”) e adozioni internazionali. Per tentare di convincere che, a difesa di un non meglio precisato interesse dell’ordinamento, la norma deve essere eliminata. Con il risultato di privare di protezione i bambini figli di coppie dello stesso sesso.
La proposta in realtà somiglia più a uno slogan. Le sentenze che hanno permesso l’adozione del figlio del partner all’interno di una coppia omosessuale prescindono dalla legge sulle unioni civili. La maggior parte delle adozioni è avvenuta all’interno di coppie semplicemente conviventi. Le prime sentenze sono del 2014, due anni prima della Cirinnà, quando le unioni civili non esistevano. Per cancellare le famiglie arcobaleno, non serve modificare la legge Cirinnà. Bisognerebbe approvare una nuova legge che stabilisca che a due gay o lesbiche conviventi è espressamente vietato ciò che invece è consentito ai conviventi eterosessuali. E, in alcuni casi, anche ai single. Una norma che violerebbe la Costituzione, oltreché una serie di convenzioni internazionali che l’Italia ha firmato.
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