Un vero e proprio atto di ostilità contro il Catania Pride: è questo, in sintesi, il succo del comunicato stampa del Comitato che organizza la marcia dell’orgoglio nel capoluogo etneo. «La Questura ha messo in atto una discriminazione e una repressione mirate contro il Catania Pride» leggiamo infatti sulla pagina dell’organizzazione. «Mentre agli altri locali della Playa di Catania è stato concesso di continuare le loro attività fino alle ore 6, i partecipanti all’evento del Pride sono stati obbligati a terminare l’evento alle ore 3». Un palese «trattamento discriminatorio» per le realtà associative catanesi «assolutamente inaccettabile» che «denota una volontà di reprimere e soffocare l’espressione della comunità LGBTQIA+».
Come ogni anno, la serata conclusiva del Catania Pride si è tenuta presso uno dei locali della Playa, la zona balneare della città. Tutte le discoteche sulla spiaggia hanno la licenza per passare la musica fino alle tre del mattino. Regolamento su cui però vige un’ampia tolleranza, dato che tutte le serate in spiaggia si concludono solitamente all’alba. Ma le forze dell’ordine, nella notte tra il 17 e il 18 giugno, hanno fatto rispettare tali limitazioni solo al Blu, il lido in cui si teneva la festa della marcia arcobaleno etnea. Un evento che non ha fini di lucro, ma serve a finanziare le iniziative che hanno arricchito la settimana del pride sotto l’Etna.
E proprio su questo punto, si fa molto duro il Comitato Pride quando dichiara: «Attaccare l’evento conclusivo significa attaccare proprio il Pride e l’autofinanziamento della nostra manifestazione politica, mentre si strizza l’occhio a chi finanzia il malaffare e il benessere di pochi. Questo atteggiamento è vergognoso e dimostra quanto sia necessario un cambio radicale nella mentalità delle forze dell’ordine e della classe politica che le controlla».
Insolito, secondo quanto riporta il comunicato stampa del Catania Pride, anche l’ingente dispiegamento di forze. «La presenza massiccia di agenti di polizia e di unità della Guardia Costiera» si legge «è stata chiaramente finalizzata a intimidire i partecipanti e a creare un clima di paura e oppressione. Questo atteggiamento autoritario non ha posto in una società democratica».
Insomma, una brutta pagina per Catania e per chi la amministra e dovrebbe proteggerla, a cominciare proprio dalle forze dell’ordine. Intanto il Catania Pride non si lascia intimorire e promette azioni rapide e radicali: «Noi ci mobiliteremo subito a riguardo: la nostra lotta per l’uguaglianza e la libertà continua riprendendoci diritti, spazi, strade e piazze, nonostante gli atti repressivi delle autorità. IL PRIDE CONTINUA!». Intanto è già partita la gara di solidarietà dentro e fuori il movimento e la comunità Lgbt+.
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