Si chiama Rainbow Arcade ed è la mostra dedicata ai videogiochi a tematica Lgbt inaugurata a Berlino il mese scorso, nello Schwules Museum. L’evento ha aperto i battenti a dicembre, il 14, e durerà fino al 13 maggio. Ripercorre la storia dei personaggi arcobaleno presenti nei videogame più celebri e copre oltre trent’anni di storia, indagando non solo sulla presenza di gay, lesbiche, trans, ecc, nella produzione dell’intrattenimento telematico, ma anche sulle narrazioni stereotipate e discriminatorie presenti nei media.
La mostra si suddivide in percorsi, ognuno con un colore della bandiera rainbow, che ripropone i più noti personaggi presenti nei titoli in voga negli anni passati. Come nel caso di Strutzi, personaggio transgender che appare nella serie di Super Mario. O ancora quello di Tracker McDyke, detective lesbica presente in Caper in the Castro. La mostra vuole fare il punto di come i cambiamenti sociali si siano proiettati anche dentro il mondo dell’intrattenimento digitale, e vuole essere il punto di ritrovo non solo di persone appassionate al genere, ma anche di studiosi e studiose nonché un luogo di conservazione di una memoria e di storia condivise.
Rainbow Arcade è stata curata da un team scientifico di fama internazionale, composto da Sarah Rudolph (del sito herzteile.org), da Jan Schnorrenberg (dello Schwules Museum) e da. Adrienne Shaw (del Temple University, Lgbtq Game Archive). La mostra, inoltre, è finanziata dal Dipartimento per la cultura e l’Europa del Senato di Berlino e ha il patrocinio di Klaus Lederer, esponente di punta del Bundesrat tedesco.
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