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La riforma della Costituzione di Cuba introduce il matrimonio egualitario

Il matrimonio è “l’unione consensuale di due persone, indipendentemente dal genere”. Recita così la nuova Costituzione di Cuba. O meglio, una delle tante, sostanziali modifiche apportate al testo approvato dal Partito Comunista Cubano e in vigore dal 1976.
L’isola caraibica, dunque, si aggiunge all’elenco di paesi che riconoscono alle coppie dello stesso sesso il diritto di accedere al matrimonio proprio come le coppie di sesso diverso.

Le altre modifiche importanti

Ma non si tratta dell’unica novità introdotta.
La riforma riconosce la proprietà privata, abolita dopo la rivoluzione guidata da Castro e Che Guevara nel 1959. Va tuttavia ricordato, come sottolinea TPI, che la vendita di beni privati era già consentita dal 2011.
Nonostante il Partito Comunista rimanga quello principale, secondo il nuovo testo, il presidente potrà rimanere in carica solo per due mandati consecutivi ognuno della durata di 5 anni e dovrà condividere il potere politico con il primo ministro.

Quando sarà effettiva la riforma

La riforma, approvata dall’Assemblea nazionale lo scorso mese, mantiene comunque l’impianto politico dell’Isola. Non è stata modificata, infatti, la riforma del 2002 secondo cui la natura socialista di Cuba è irrevocabile.
Il nuovo testo sarà ora sottoposto a referendum popolare per l’approvazione definitiva. Il voto è atteso per settembre.

Cuba e gli omosessuali

A Cuba gli omosessuali sono stati perseguitati per molti anni, sotto il regime di Fidel Castro. Ma negli ultimi anni Mariela Castro Espìn, figlia di Raul, è diventata ministra della Salute e ha aperto una nuova stagione per la gay community dell’Isola, con particolare attenzione alle persone transgender per la cui protezione e integrazione la ministra si è spesa molto. Quello che si può definire il primo Pride si è celebrato all’Avana nel 2008, ma l’unica associazione Lgbt è stata chiusa nel 1997. Attualmente non esistono associazioni Lgbt a Cuba. In un’intervista rilasciata nell’agosto del 2010 al quotidiano cubano La Jornada, Castro aveva chiesto scusa alle persone Lgbt, ammettendo le sue colpe.

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