Fabiola Bernardini, la bibliotecaria di Todi, ha fatto ricorso contro il Comune per essere stata rimossa dalla biblioteca e spostata in un altro ufficio dell’amministrazione. I fatti risalgono a giugno dello scorso anno quando Bernardini si rifiutò di rimuovere dalla biblioteca comunale alcuni libri dedicati ai più piccoli e ritenuti “gender” dall’amministrazione, quindi pericolosi.
A chiedere che i libri fossero spostati un un’altra area della biblioteca, dedicata a lettori adulti, era stato il sindaco in persona e due assessori. Ma la bibliotecaria aveva deciso di non assecondare la richiesta. “Quei libri non vanno spostati perché aiutano a crescere persone che non faranno discriminazioni e che non avranno pregiudizi verso il diverso da sé – aveva dichiarato Bernardini -. E poi non tocca a un sindaco stabilire quali libri devono rimanere in biblioteca”.
Il tema dei libri sono le famiglie arcobaleno, ovvero quelle composte da due mamme o da due papà. Da qui la definizione “gender”. Un argomento che scatena spesso reazioni scomposte nelle frange più conservatrici e retrive della politica.
Una posizione che le costò il trasferimento in un altro ufficio. Il caso suscitò molte polemiche e perfino interrogazioni parlamentari.
Stando a quanto riporta Umbria24, per l’avvocata di Bernardini, Nunzia Parra, “lo spostamento effettuato dal Comune tuderte è lesivo dell’interesse pubblico (inteso come buon andamento dell’azione amministrativa) nonché della professionalità e dignità”.
Ora sulla legittimità della rimozione della bibliotecaria si esprimerà il tribunale.
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