Il ministro dell’Interno Matteo Salvini torna sul tema delle famiglie arcobaleno. Lo fa in un’intervista rilasciata al quotidiano ultracattolico “La Nuova BQ”. Il tema è quello, già affrontato nell’aula del Senato durante un question time di qualche settimana fa, della trascrizione dell’atto di nascita dei figli delle coppie gay nati all’estero grazie alla gestazione per altri. “Ci stiamo lavorando – dice Salvini -, ho chiesto un parere all’avvocatura di Stato, ho dato indicazione ai prefetti di ricorrere”. Perché come insegna la vicenda della circolare Alfano contro la trascrizione dei matrimoni egualitari contratti all’estero, il Prefetto non può intervenire direttamente sui registri dell’anagrafe. A farlo può essere il tribunale. Da qui la richiesta ai prefetti di rivolgersi al giudice.
Ma l’intervista continua e anche l’attacco alle famiglie con genitori dello stesso sesso.
“La mia posizione – continua il ministro – è fermamente contraria. Per fare un esempio: la settimana scorsa mi è stato segnalato che sul sito del ministero dell’Interno, sui moduli per la carta d’identità elettronica c’erano ‘genitore 1’ e ‘genitore 2’. Ho fatto subito modificare il sito ripristinando la definizione ‘madre’ e ‘padre’. È una piccola cosa, un piccolo segnale, però è certo che farò tutto quello che è possibile al ministro dell’Interno e che comunque è previsto dalla Costituzione. Utero in affitto e orrori simili assolutamente no”.
Peccato che le cose stiano diversamente e che Salvini menta. Ecco perché.
Basta andare sul sito del Ministero dedicato alla carta di identità elettronica per vedere che il modulo attualmente disponibile (quello fatto inserire dal ministro) è questo che vedete qui sotto.
Ma andiamo un po’ indietro nel tempo e arriviamo a febbraio 2018, prima del voto del 4 marzo e molto prima che Salvini diventasse ministro. Che il Ministero avesse un modulo con scritto “genitore 1 e genitore 2” suonava un po’ strano. E infatti non è così.
La circolare n. 5 del 27 febbraio 2018 dà istruzioni su come identificare chi si reca al voto ed ha con sé solo la ricevuta della richiesta della carta di identità elettronica. Nel documento è riportato il fac simile del modulo che, compilato, fa da ricevuta. Eccolo.
Come potete leggere, non c’è scritto “genitore 1 e genitore 2”, ma “1° genitore” e “2° genitore”. La logica è la stessa di “1° testimone” e “2° testimone” che si può leggere poco più in alto nello stesso modulo. Indica semplicemente il primo dei genitori che firma e il secondo dei genitori che firma, così come il primo e il secondo tra i testimoni.
La differenza tra il vecchio modulo e il nuovo modulo è, in sostanza, l’assenza del numero cardinale, ma rimane la definizione generica di “genitore”.
Il ministro però preferisce parlare al suo elettorato e ai lettori della Nuova BQ in termini di “padre” e “madre”. Il perché lo lasciamo a voi.
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