Il Viminale non molla. Tramite l’Avvocatura dello Stato infatti, Salvini ha fatto ricorso in appello contro la trascrizione, a Bari, dell’atto di nascita di un bimbo con due mamme.
Il piccolo, biologicamente figlio della mamma inglese, risulta figlio anche della mamma italiana secondo le leggi vigenti in Inghilterra, dov’è venuto alla luce e dove la famiglia vive.
Il Comune di Bari, dov’è residente la mamma italiana, aveva trascritto l’atto di nascita riconoscendo entrambe le donne come madri, anche in virtù del fatto che sono unite civilmente.
Poi il Ministero dell’Interno si era opposto alla trascrizione, ma il Tribunale di Bari aveva stabilito che non ha titolo ad impugnare l’atto, respingendo quindi l’opposizione del Viminale.
Ora il ricorso in Appello da parte del ministero.
Secondo quanto riporta Repubblica, per i ministero “l’insussistenza di un rapporto biologico con il genitore (la mamma italiana, ndr) impedisce la trascrizione nei registri di stato civile italiani dell’atto di nascita che attribuisce al minore lo status filiationis fondamentale per avere accesso alla cittadinanza italiana”.
La teoria dell’Interno è sempre la stessa: dato che in Italia la cittadinanza si acquisisce dai genitori, non essendoci legame biologico tra la donna e il bambino, questi non può essere considerato italiano. E trascrivere l’atto di nascita con tutte e due le mamme significherebbe proprio riconoscergli la cittadinanza.
Il Viminale, insomma, insiste sul fatto di avere titolo ad impugnare l’atto perché ” titolare della competenza in materia di tenuta dei registri dello stato civile”.
Nel procedimento sono costituiti parte civile il Comune di Bari, convinto della correttezza della trascrizione, e Rete Lenford – avvocatura per i diritti lgbt. Il procedimento è previsto per il 12 novembre.
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