Di Caterina Maggi
«È importante ricordare questa data, a 50 anni da quegli eventi. Non è stata solo una data simbolica, ha segnato una nuova fase: da quella in cui le persone vivevano il proprio orientamento sottotraccia, a quella in cui lo esplicitano e lo vivono pubblicamente». Questo è secondo Fiorenzo Gimelli, presidente nazionale di Agedo dal 2013, il significato imprescindibile del convegno che si terrà il 5 aprile a Sanremo in Liguria, proprio nello stesso giorno in cui, 50 anni fa – era il 1972 – alcun* attivit* del movimento Lgbtq+ occuparono il casinò.
All’interno del famoso casinò dell’altrettanto famosa città dei fiori, infatti, si stava tenendo un convegno di sessuologia, quella stessa sessuologia che ancora considerava l’omosessualità una devianza psichiatrice da curare con terapie riparative disumane e pari a vere e proprie torture come l’elettrochoc.
Quest’anno, cinquant’anni dopo, il 5 aprile vuole ricordare quella battaglia e le conquiste che ne sono conseguite e lo vuole fare tramite un convegno che offre un palinsesto ricco di interventi e che comprende non solo sessuologi, psicologi, genitori di persone Lgbtq+, ma anche testimoni oculari della ribellione del ’72. Il 5 aprile 2022 non sarà però un semplice “giorno del ricordo”.
«Non sarà un convegno rivolto solo al passato – spiega infatti Gimelli – ma soprattutto proiettato al futuro, alle nuove generazioni e a quanti non conoscono la portata di questo evento storico, quindi rivolto anche e soprattutto a persone fuori dalla comunità».
Certo i tempi, sono cambiati e la società ha fatto dei passi avanti in tema di diritti Lgbtq+; ma come sottolinea anche il presidente di Agedo, resta ancora tanto da fare: «Ha un grande significato, entrare oggi come organizzatori e non con i manifestanti, con il patrocinio del comune, di autorità locali e regionali e di istituzioni di rilievo nazionale, come il Comitato ministeriale per i diritti umani. E sicuramente la medicina in questi anni si è mossa e oggi molti ordini professionali in generale non tollerano la propaganda di “terapie riparative” – eppure – gli studi su queste tematiche sono ancora poco presenti nelle facoltà, quelle di psicologia ad esempio, degli atenei».
Inoltre, fuori dai cortei e dalla rete solidale della società civile, alcune alleanze fanno ancora paura: «Oggi viviamo un’epoca – spiega Gimelli – in cui si assiste a una saldatura tra gruppi integralisti, legati più o meno a ideologie religiose, e parte del ramo conservatore della politica. L’impegno della società e dei giovani è importante, ma non basta creare ambienti inclusivi: questi temi, cioè diritti umani che integrano e non si contrappongono ai diritti sociali come il lavoro, devono entrare nelle agende politiche e diventare norme legislative». Per questo il convegno del 5 aprile sarà soprattutto un modo per rivolgersi all’esterno, in una regione come la Liguria che «è ancora conservatrice rispetto il tema dei diritti» nonostante i fatti del 5 aprile 1972.
Cosa aspettarsi dunque da questo convegno? Secondo Marco Fiorello, componente del Coordinamento Liguria Pride e voce del programma “Liguria Pride Live”, nonostante la data complicata (un martedì con rischio di scarsa affluenza) il 5 aprile: «È una risposta storica, un giorno simbolo degli eventi del 1972, considerando che l’evento è patrocinato anche dal Centro italiano di sessuologia (Cis) lo stesso che all’epoca organizzò il convegno ma trattando lo spettro Lgbtq+ come una deviazione».
Per Fiorello quindi, sarà un’occasione per «prendere questi 50 a ragionarci su in un’ottica anche intersezionale, ci saranno ospiti che ci aiuteranno a fare una serie di riflessioni».
Contributi che resteranno disponibili anche per chi, sfortunatamente, non avrà la possibilità di recarsi a Sanremo in un giorno infrasettimanale, visto che assicura Fiorello: «La conferenza si potrà seguire in live sul canale YouTube del Liguria Pride, dove pertanto rimarranno archiviate e disponibili – un modo anche per avvicinare più persone – anche perché abbiamo la responsabilità di condividere quello che possiamo produrre in un’ottica di attivismo».
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