È campionessa del programma tv Reazione a catena, Sara Vanni. Condotto da Marco Liorni, la ragazza partecipa insieme alla sua squadra Le Sibille. I cui successi hanno portato una grande popolarità al gruppo. E la popolarità porta a esporsi, anche quando non lo si vuole. Vanni, infatti, è finita nel mirino degli haters a causa del suo orientamento sessuale. E lo racconta, lei stessa, su Twitter: «A causa delle minacce ricevute nei miei confronti, della mia famiglia e dei miei amici ho esposto una querela verso alcuni profili e questa sera non commenterò sui social Reazione a catena che, ricordiamo è un gioco e quello doveva restare».
Procederà, dunque, per vie legali Sara Vanni. Che prosegue, ancora, nella sua dichiarazione: «In tutto questo sono stata insultata e minacciata anche per il mio orientamento sessuale. Se la legge Zan fosse stata approvata, avrebbe costituito un aggravante». La ragazza era già stata al centro di dileggio, con un meme fortemente allusorio.
Come riporta Giornalettismo, infatti, «durante il gioco Quando, dove, come, perché è stata posta questa domanda: bisognava indovinare la parola a partire dagli indizi quando ormai sei grande, in bocca, spingendo. Durante la distribuzione degli indizi, le telecamere dirette dalla regia inquadrano i concorrenti. A un certo punto, hanno indugiato sulla concorrente Sara Vanni. È stato quello il momento catturato da alcuni utenti dei social network, che hanno subito fatto circolare l’immagine, con un sotto testo sessista e di cattivo gusto (“lo sguardo malizioso della concorrente”)».
Lei stessa aveva ironizzato, facendo presente di non essere eterosessuale. Quindi, l’odio in rete. e la necessità di difendersi in tribunale. Senza nessuna aggravante che possa fare davvero giustizia.
Contattata privatamente, Sara Vanni ha rilasciato le seguenti dichiarazioni a Gaypost.it: «Gli insulti e le minacce, oltre al mio orientamento sessuale, sono state incentrate soprattutto su difetti fisici, bellezza e attitudine nel gioco. Siamo abituat* ad una società che ci vuole perfett*, infallibili. Io sono un’ insegnante ed insegno alle mie classi a pesare le parole, ma soprattutto l’accettazione delle nostre unicità. Solo noi possiamo parlare di noi stess*». Rilanciando, ancora: «E, soprattutto, siamo imperfett* e fallibili! Gli errori sono sani e, anzi, fonte di miglioramento e crescita personale!». Parola di campionessa, con tanto di asterisco.
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