Non l’ha presa benissimo, Ivan Scalfarotto, la decisione presa dal Palermo Pride di indire un sit-in per protesta contro l’affossamento del ddl Zan. Protesta che si terrà durante la presentazione del libro sui fatti di Giarre a cui sarà presente il sottosegretario. In una dichiarazione sulla sua pagina ufficiale, si legge: «Mi pare necessario sgombrare il campo dal sottotesto di questa manifestazione e di numerosi messaggi che ho ricevuto in questi giorni, e cioè che il fatto di essere io stesso omosessuale debba vincolarmi in qualche modo a una unicità di pensiero, o a una fedeltà obbligatoria alla linea politica del mondo associativo».
E ancora, dichiara Scalfarotto: «Vorrei chiarire ora e per sempre che il fatto che io sia gay, insomma, non mi impedisce di pensarla diversamente dal Palermo Pride o da altre associazioni LGBT e di rivendicare con piena convinzione la fondatezza delle mie opinioni. L’idea che la battaglia delle persone LGBT in Italia debba risolversi in grandi battaglie di principio che sfociano sistematicamente nel nulla mi pare del tutto fallimentare» e cita, dunque, «la vecchia vicenda del riformismo e del massimalismo».
Dichiarazioni a cui hanno fatto seguito quella dei colleghi di partito. Teresa Bellanova, infatti, solidarizza e parla di «pericoloso e vergognoso» attacco «del Coordinamento Palermo Pride» a Scalfarotto, arrivando addirittura a parlare di «caccia d’odio» contro il sottosegretario. Il capogruppo Davide Faraone, invece, ne difende le battaglie politiche a fianco della comunità LGBT+. A queste dichiarazioni, si ribella però il coordinamento del Palermo Pride, che dirama una nuova nota ufficiale in cui rigetta queste prese di posizione.
«È ferocia travestita da vittimismo quella che si legge nelle subdole e violente repliche di Teresa Bellanova e Davide Faraone» dichiara il coordinamento. «Sfruttano il privilegio politico e il peso mediatico per accusare un movimento, il Palermo Pride, di essere intollerante e di attaccare le altrui libertà. Capiamo la loro paura: le rivendicazioni dei movimenti Lgbtqia+ sono le sole istanze, insieme a quelle ambientaliste, che diversamente dalla loro politica oggi riempiono le piazze».
Il coordinamento Palermo Pride conferma dunque il sit-in in piazza Pretoria alle 18.30 di giovedì 4 novembre in segno di dissenso per la presenza di Ivan Scalfarotto (Iv) alla presentazione del libro Il delitto di Giarre organizzata a palazzo delle Aquile. «Abbiamo capito il gioco e non ci stiamo: dopo aver visto la nostra dignità calpestata da indecenti applausi in Senato oggi veniamo narrati come carnefici e vigliaccamente consegnati ai leoni da tastiera. Agitare questo spettro ha il solo scopo di silenziare noi, di provocare lo scontro e di trasformare una pacifica, per quanto arrabbiata, manifestazione in un teatro di sedizione. Siamo noi ad avere paura, non loro. Noi dobbiamo difendere i nostri corpi e le nostre parole, non loro. Per questa ragione scegliamo di proteggerci: il sit-in è spostato alle 18.30, in modo da sottrarci al pericolosissimo giochetto di scontri provocati ad arte durante l’ingresso dei rappresentanti istituzionali, magari davanti a telecamere opportunamente convocate».
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