E alla fine
il gender, a scuola, ci è finito davvero. Ma non come si può pensare, a cavallo di un unicorno, col magico glitter pronto a trasformare i maschi in femmine, le ragazze in camioniste e le bidelle in drag queen. No, ci è finito nel modo più subdolo possibile:
attraverso i libri di religione. È quanto denuncia a Gaypost.it un docente di un liceo milanese. I testi sono adottati in molte scuole, sia in Lombardia, sia sul territorio nazionale. Vediamo cosa c’è scritto.
I libri approvati dalla Cei
Il libro si chiama
Il nuovo Tiberiade, pubblicato da Editrice la Scuola e curato da
Renato Manganotti e Nicola Incampo. E se vogliamo completare il quadro, culturale e teologico, dentro il quale l’opera è stata concepita e si muove, troviamo anche
il diretto avallo della Conferenza Episcopale Italiana, con tanto di firma di Angelo Bagnasco. Insomma, nelle pagine di quel testo troviamo il pensiero ufficiale della chiesa italiana. Quella
a guida Bergoglio, per intenderci. Pensiero che va diffuso tra gli/le adolescenti delle nostre scuole.
La società senza Dio? È contro l’uomo
E cosa dice questo pensiero? Parte da lontano, spiegando che la cultura contemporanea si struttura attorno all’idea che si può fare a meno di Dio, seguendo «l’input di
maestri del sospetto, Marx, Nietzsche e Freud» colpevoli di aver «voluto mettere l’uomo contro Dio». Quei tre bricconcelli, insomma, hanno regalato
un frutto pericolosissimo all’umanità, perché come ci ricorda Henri de Lubac, «uno dei maggiori teologi del Novecento», leggiamo ancora, «non è vero che l’uomo non può organizzare la terra senza Dio. Ciò che è vero è che,
senza Dio, può solo organizzarla
contro l’uomo». Proprio così, scritto a pagina 316.
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Sei ateo? Sei maleducato ed egoista
Andando avanti, ancora e sempre nella stessa pagina, scopriamo che
non abbiamo capito nulla dei concetti di libertà e di felicità. La prima, nell’ottica di chi non crede, «è spesso vissuta come possibilità di esprimere convinzioni
senza alcuna cura del rispetto per gli altri, mentre la felicità pare ridursi alla
sola soddisfazione dei propri bisogni e dei propri progetti, magari
senza alcun sacrificio». Insomma, se non vai a fare la comunione sei destinato a diventare maleducato ed egoista.
Ateismo e atti vandalici
E non solo, c’è il rischio di essere anche
criminali. Perché nella cultura senza Dio, il male è sempre in agguato: «è sufficiente guardare ai tristi fenomeni dei giorni nostri per scoprire tanti
gesti ignobili di vandalismo che, sempre più spesso, offendono i sentimenti della comunità cristiana e della società civile». Insomma, non solo veniamo a scoprire che – almeno, posta così –
se non sei cristiano gli atti vandalici non ti offendono (e chissà cosa ne pensano ebrei, buddisti, musulmani e altre minoranze religiose presenti nel nostro paese), ma sembra quasi che si sia più esposti a
spaccare vetrine e bruciare cassonetti. Bene.
Da Simone de Beauvoir al “gender”
Una cultura senza Dio produce
un umanesimo nemico dell’uomo. E su questo concetto, dunque, si scomodano Simone de Beauvoir e la sua famosa affermazione «Donna non si nasce, si diventa». Ed ecco che
il “gender” è servito, sul piatto d’argento. «È questo il triste fondamento» leggiamo ancora «di ciò che oggi, sotto il nome di “gender”, appare come
una nuova filosofia della sessualità». E vai di manipolazione della natura, di caos tra sesso, genere e ruolo di genere, di corruzione dei costumi nel quadro di «un momento storico di grande confusione culturale». Il
minestrone di inesattezze, condito da tanta malafede, è bello e pronto.
Tra gender e distruzione della famiglia
Adesso, sarebbe semplice ricordare ai signori che hanno scritto questo testo – e che riportano a pagina 317 le
affermazioni di Benedetto XVI a riguardo, passando per la distruzione della famiglia – che il cosiddetto “gender” (così come inteso dalla chiesa) è, tecnicamente, una delle tante
fake news che popolano la narrazione del tempo presente.
Più volte mi sono soffermato su cosa esso è e su cosa esso non è e non voglio tornarci adesso. La questione che preoccupa di più, invece, investe la qualità dell’
insegnamento della religione cattolica nel nostro Paese. Che
pare basarsi sulla diffusione di profonde inesattezze.
Eccessi linguistici
Non è questo l’unico manuale adottato nelle scuole milanesi, infatti. Un altro testo è
Radici, di
Serena Pace e Davide Guglielminetti (Elledici – il Capitello). Il
libro tenta di essere un po’ più obiettivo, ma il risultato – se guardiamo i contenuti – è comunque
goffo e deludente. Parlando di nuove famiglie, a pagina 301, gli autori ricordano che la lotta ingaggiata in Europa per
la conquista dei diritti produce eccessi, linguistici in primis: «le parole tanto abituali come
“marito” e “moglie” o
“padre” e “madre” finiscono per essere considerate discriminanti, al punto di essere sostituite dal semplice “coniuge”, oppure dalla dicitura “genitore 1” e “genitore 2″».
I gay? Moralmente disordinati. Lo dice Bergoglio
Anche qui, poi, si arriva al “gender” e a pagina 302 leggiamo: «In sostanza – e semplificando –
si nasce sì maschi e femmine, ma si è/si diventa quel che si decide di diventare». E a tale questione ne seguono altre, nelle stesse pagine: quella della
famiglia sulla cui differenza tra maschio e femmina si fonda l’idea stessa della creazione di Dio, le
unioni di fatto che vanno ben distinte dal matrimonio e, infine, la
questione omosessuale, in cui si ribadisce che vivere serenamente da gay fa parte del disordine morale del nostro tempo:
catechismo alla mano e con tanto di
ipse dixit di Bergoglio.
E il ministero dell’istruzione che fa?
Il
pensiero della chiesa sull’omosessualità è noto da tempo e non stupisce che organi ufficiali abbiano dato l’
imprimatur a
libri che veicolano omofobia e sentimenti negativi contro le persone Lgbt, le loro relazioni e le loro famiglie. Un’altra questione dovrebbe farci gridare allo scandalo, invece:
il silenzio del Ministero dell’Istruzione di fronte a certe falsità, prima tra tutte quella sul “gender”. Tra i
compiti dell’istruzione pubblica, infatti, dovrebbe esserci anche quello di
formare futuri cittadini e cittadine: creare, cioè, coscienza civica e non certo instillare sentimenti di sospetto contro le minoranze. O peggio ancora, diffondere informazioni che hanno lo stesso valore scientifico di teorie per cui
la Terra è piatta e i
vaccini ti rendono autistico.
Un frutto avvelenato contro le persone Lgbt
Certo, è anche vero che lo stesso ministero, sotto la guida di
Valeria Fedeli, ha approvato delle
linee guida in cui si scongiura l’offensiva “gender”. Un frutto avvelenato, questo sì, che il governo di centro-sinistra lascia all’Italia il cui futuro è abbastanza incerto. Un futuro in cui
forze reazionarie, di estrema destra, razziste e omofobe rischiano di dominare la scena politica per i prossimi anni. Era davvero necessario aprire la strada a questa involuzione culturale? Una domanda che interroga direttamente
i responsabili di questi attacchi contro la comunità Lgbt del nostro Paese. Una domanda che, ahinoi, sappiamo già non avrà risposte plausibili, rassicuranti e convincenti.