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Special, gay e disabilità nella nuova serie tv originale Netflix

Ryan è gay e non riesce ad accettarsi. Sua madre Karen, iperprotettiva, sa tutto di lui ma, complice il fatto che non sia uno di quelli che “lo guardi e lo capisci subito che lo è”, a 28 anni ancora si guarda bene dal dirlo in giro per paura di essere discriminato e isolato. Sul lavoro, poi, non ne parliamo: ha fatto credere a tutti che la sua camminata claudicante fosse il frutto di un incidente stradale. Insomma, Ryan ha fatto di tutto pur di non ammettere ai colleghi (e a se stesso) di essere disabile. Un coming out mancato, quello sì, ben più invalidante della paralisi cerebrale da cui è affetto.
Inizia così Special, la nuova serie originale Netflix prodotta da Jim Parsons, Sheldon Cooper nella serie TV The Big Bang Theory. La serie trae spunto dal libro autobiografico “I’m Special: And Other Lies We Tell Ourselves” scritto da Ryan O’Connell il quale, nella serie, veste i panni di se stesso.

Gay e disabile: quant’è dura nel nostro mondo

Dall’auto-accettazione alla difficoltà a costruire una rete di relazioni: sono solo alcuni dei temi affrontati da Special. Quanto è difficile per un gay disabile affacciarsi al mondo, costruire relazioni o, semplicemente, divertirsi? Il protagonista chiarisce la sua posizione fin dai primi minuti: “Lì fuori, è dura per uno storpio”, ammette senza mezze misure. E la comunità lgbt, non sembra offrirgli il sostegno di cui avrebbe bisogno: “Pensi che abbia sufficiente autostima per stare su Grindr?” domanda retoricamente al suo fisioterapista. Del resto, chiunque abbia usato almeno una volta una chat d’incontri sa bene come gentilezza ed educazione siano doti rare (in fatto di discriminazioni, alcuni profili non hanno nulla da invidiare ad un qualsiasi evento per la famiglia ‘tradizionale’).

Poi c’è il sesso. Anzi non c’è, dato che Ryan lo vive come un’utopia. La persona giusta stenta a presentarsi e lui, a 28 anni, soffre per il fatto di essere ancora vergine. Per fortuna al suo fianco c’è la sua amica e collega Kim, interpretata dalla deliziosa Punam Patel, sempre pronta a dispensare consigli: “Se devi fare sesso, c’è chi può aiutarti”. Una frase che abbatte tre tabù: il sesso, le persone disabili che (ovviamente) fanno sesso e il sesso a pagamento. Con buona pace di conservatori e benpensanti.

Questo e molto altro in Special. Una serie originale Netflix che non ha paura di affrontare con leggerezza temi troppo spesso ignorati e che qui trovano la giusta attenzione con un prodotto godibile e alla portata di tutti.  Otto brevi episodi -15 minuti l’uno- per una commedia queer da guardare tutta d’un fiato.

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