L’omofobia nello sport è onnipresente e trasversale, e non si può più pensare di alzare le spalle e di darlo come dato di fatto, inestirpabile.
Per questo l’argomento è stato discusso oggi al Parlamento Europeo in un’importante e partecipata conferenza organizzata da Tiziana Beghin, eurodeputata M5S e vice presidente dell’intergruppo Sport, insieme ai colleghi eurodeputati Mark Tarabella (S&D) e Tomasz Frankowski (PPE), dal titolo “Sport vs Homophobia: a must-win game” (Sport contro omofobia: una partita da vincere).
Sul ruolo delle istituzioni sono intervenuti Yves Lostecque (a capo dell’Unità Sport della Commissione Europea), Iris Hugo Bouvier (Dirigente UEFA) e Roberta Li Calzi (ex calciatrice, Avvocata dell’AIC – Associazione Italiana Calciatori, e Presidente della Commissione Pari Opportunità del Comune di Bologna).
Secondo Li Calzi “è necessario un cambiamento culturale, che non può che partire dalle istituzioni e della politica sportiva”. “Bisogna creare le condizioni affinché un atleta si senta libero di fare coming out senza dover rinunciare alla propria carriera – continua la consigliera PD bolognese -. Tanto più perché la carriera di uno sportivo è mediamente breve”. “Prima di chiedere coraggio a chi pratica sport – prosegue -, il mondo sportivo e la società devono costruire le basi per rendere migliore e meno intriso di pregiudizi il contesto sociale in cui fare coming out”.
Nel secondo panel si sono invece susseguiti racconti e condivisioni di esperienze, con interventi di atleti e di ONG impegnati nella lotta alle discriminazioni nello sport. Fra gli altri la calciatrice della Nazionale azzurra Chiara Marchitelli e il calciatore della Sampdoria Albin Ekdal. “Per quello che riguarda lo sport – ha dichiarato Marchitelli – non conta quali sono le preferenze sessuali degli atleti. Conta quello che gli atleti fanno in campo”.
Tra i due panel l’intervento di Fabio Canino con il suo libro “Le parole che mancano al cuore”, sulla storia d’amore tra due calciatori.
“Di esempi concreti di omofobia ne potrei fare centomila – ha sottolineato Canino -. Purtroppo dagli spalti delle partite di calcio quando si vuole offendere qualcuno lo si offende o per il colore della pelle o per gli orientamenti sessuali. E ciò è diventato quasi un classico”. “Ma anche in Italia si stanno facendo passi da gigante e l’Europa dà quella spinta di cui l’Italia necessita” ha concluso il conduttore.
(Immagini via Twitter @nevavu)
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