Non solo Alfano e Di Maio. Il fronte contrario all’estensione delle adozioni anche alle coppie gay, come dovrebbe fare la legge promessa dal Pd all’indomani dell’approvazione al Senato delle unioni civili private della stepchild adoption, è trasversale, come lo era quello che ha ottenuto lo stralcio dell’art. 5 della legge.
Lepri, dunque, omette di citare i trent’anni di studi scientifici svolti in tutto il mondo che dimostrano, appunto, che la diversità di genere è irrilevante per una sana crescita dei figli. Ma il riferimento alla “continuità affettiva” attribuita solo alla coppia eterosessuale sposata rivela qual è l’idea che il senatore cattodem ha delle coppie formate da persone dello stesso sesso: instabili e precarie. E, del resto, forse l’avere eliminato il vincolo di fedeltà dalla legge sulle unioni civili, in qualche modo avalla questo retropensiero e lo conferma.
Il vicepresidente dei senatori del Pd conclude la lettera spiegando che “se rimettere mano alla legge significa ‘più adozioni per tutti’, io non condivido”.
Non stupisce, alla luce delle scorse settimane, la posizione di Lepri. E vale la pena ricordare che, alla vigilia dell’inizio della discussione a Palazzo Madama sulle unioni civili, anche una quarantina di deputati del partito di Renzi avevano firmato una lettera contro la stepchild adoption.
Ce lo siamo chiesti ieri e oggi non possiamo che chiedercelo di nuovo: com’è possibile approvare una riforma della legge sulle adozioni che includa anche le coppie gay, se contro questa ipotesi ci sono non solo Alfano e il M5S, ma anche una frangia interna al PD?
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