Il sindaco Sala si è fermato. Dopo avere registrato un certo numero di famiglie arcobaleno all’anagrafe di Milano riconoscendo i due papà o le due mamme di alcuni bambini, il primo cittadino del capoluogo lombardo ha bloccato tutto. O meglio, ha bloccato le trascrizioni degli atti di nascita dei bimbi con due papà. Proseguono, invece, i riconoscimenti di due mamme. Ma perché?
La notizia la riferisce il Corriere della Sera secondo cui l’ufficiale di Stato Civile ha motivato così il diniego a due papà: “il Ministero dell’Interno non si è ancora espresso sulla tematica oggetto delle istanze di trascrizione degli atti di nascita con paternità omosessuale e ha invece interessato l’Avvocatura di Stato”.
Uno stop che tiene in sospeso molte famiglie, nonostante le pronunce favorevoli di diversi tribunali e le trascrizioni fatte da altri comuni.
Per questo, oggi Famiglie Arcobaleno ha diffuso un appello a Sala.
“Proprio perché conosciamo e apprezziamo l’attenzione che da sempre la giunta Sala, e prima ancora quella Pisapia, riserva alle persone Lgbt – dichiara la presidente dell’associazione Marilena Grassadonia -, troviamo stupefacente la ritrosia della giunta a muoversi su una strada già intrapresa da molti sindaci e la cui piena legittimità è stata più volte certificata dai tribunali”.
“Da mesi i nostri soci attendono invano una risposta e se ci siamo infine decisi a un appello pubblico è perché siamo ancora convinti che la situazione si possa sbloccare – continua -. Basta però rinvii e incontri interlocutori: il mancato riconoscimento sta rendendo la vita di molte famiglie difficile. Ci è stato detto che gli uffici aspettano un parere dell’Avvocatura di Stato, e quindi la sentenza della Cassazione a sezioni unite sul cosiddetta “caso Trento”. Ma il Comune, se c’è la volontà politica, può muoversi da subito”.
“Chiediamo a Sala di dirci chiaramente se questa volontà politica c’è – conclude Grassadonia -. Lo abbiamo ringraziato e lo ringraziamo ancora per i riconoscimenti delle famiglie con due madri, ma come associazione chiediamo che i diritti siano diritti per tutti. I bambini e le bambine non possono essere discriminati sulla base di come sono nati”.
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