Qualche messaggio su WhatsApp al fidanzato e poi più nessuna risposta. “Cucciolo, ti amo, perdonami, ti amo” sono le ultime parole che Paolo (nome di fantasia), appena diciottenne, ha mandato al suo ragazzo prima di morire sotto un treno diretto verso Bari. Per i genitori adottivi si è trattato di un incidente, ma c’è un’inchiesta aperta e sono tanti gli elementi che, invece, fanno pensare ad un suicidio. A portarli all’attenzione degli inquirenti sono stati i compagni di scuola e gli amici di Paolo. Secondo quanto riporta la Gazzetta del Mezzogiorno, infatti, i ragazzi riferiscono che l’amico sarebbe stato vittima di bullismo a scuola, ma anche di maltrattamenti da parte dei genitori. Tutto dopo il coming out.
Secondo alcune fonti, Paolo aveva cercato aiuto dai carabinieri, dai servizi sociali denunciando i maltrattamenti e poi anche da uno psicologo. Probabilmente senza esito. Agli amici mandava lunghi messaggi vocali delle liti con i genitori che quando aveva otto anni lo avevano tirato fuori da un orfanotrofio del suo paese di origine, ma che ora gli dicevano che sarebbe stato meglio prendere qualcun altro, da quell’istituto. Riferiscono, gli amici, che i genitori non apparecchiavano più per lui, non se ne prendevano cura come si fa con un figlio: una situazione che sarebbe seguita al suo coming out, al giorno, cioè, inn cui aveva rivelato ai suoi che amava un ragazzo.
Stava passando un’adolescenza tormentata, con un cambio di istituto, qualche fuga da casa e maltrattamenti le cui testimonianze sarebbero in alcune foto condivise dallo stesso Paolo. Prima di finire sotto quel treno ad alta velocità, le ultime parole sono state per quel fidanzato con cui, secondo l’insegnante che era diventata la sua confidente, viveva un rapporto sereno. Il primo è delle 23.15, Paolo scrive a Giulio: “amore”. Poi alle 23.26: “Cucciolo Ti amo Perdonami Ti amo”. Giulio risponde: “Ti amooo” e poi chiede scusa “per cosa?”. Ma prima della risposta arriva il Freccia che travolge Paolo.
Se sia stato un suicidio o un incidente lo stabiliranno le indagini, ma il quadro che emerge resta inquietante e descrive un disagio inascoltato quando non alimentato, forse, da chi gli stava intorno.
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