“Ho sempre amato il silenzio: adesso ascolto la tua voce nella stanza accanto e mi sento a casa”. Con questa promessa Tiziano Ferro ha celebrato durante il weekend a Sabaudia il suo matrimonio con Victor Allen, dopo una prima cerimonia segreta avvenuta a Los Angeles il 25 giugno.
La notizia e la foto sono state affidate in anteprima esclusiva a Vanity Fair, che nel numero in edicola da mercoledì pubblica l’intervista in cui il cantautore ‒ che proprio sul settimanale aveva fatto coming out nel 2010 ‒ racconta la storia d’amore con l’americano marketing manager (che ha 54 anni, 15 più di lui) e la scelta di sposarsi, in realtà frutto non di una decisione maturata nel tempo, ma da un’iniziativa a sorpresa di Victor.
“Il giorno del mio compleanno – racconta ferro a Vanity Fair – mi chiede se gli faccio quello che lui chiama il ‘novio coffee’, una bevanda di mia invenzione – novio vuol dire fidanzato in spagnolo – a base di caffè alla nocciola, dolcificante e panna alla cannella. Una cosa imbevibile che piace solo a lui. Io penso: che palle, è il mio compleanno e devo farti il caffè? Comunque lo faccio. Lui intanto mi dice: ‘Ho preso due tazze, le ho fatte incidere’… Io sempre più scazzato ne prendo una su cui c’è scritto ‘amore’ in italiano. Lui: ‘Guarda anche l’altra’. La prendo in mano e comincio a leggere, è in italiano, c’è scritto: vuoi sposar… Mi giro prima di finire, Victor è in ginocchio, con un pacchettino di Tiffany in mano. Ho perso totalmente il controllo di me stesso. Ricordo solo le mie spalle che sobbalzano: ho pianto per venti minuti senza riuscire a dire una parola. Comunque andrà la nostra storia, Victor sarà l’unica persona al mondo ad avermi regalato quella sfumatura di gioia assoluta che non provavo più dalla mia infanzia”.
Ferro e Allen, spiega il cantautore nell’intervista, stanno insieme da tre anni, da quando si incrociarono a Los Angeles in un corridoio della Warner Bros, dove Tiziano doveva girare il video di un brano e dove Victor lavorava. Anche allora ci fu di mezzo un caffè: l’italiano cercava uno Starbucks, l’americano ‒ che non aveva idea fosse un musicista di successo ‒ lo invitò per un macchiato… e da cosa nacque cosa.
Fino al doppio matrimonio: un centinaio di amici americani a Los Angeles (“Chi l’avrebbe detto che il primo matrimonio gay a cui avrei partecipato sarebbe stato il mio”), una quarantina di intimi italiani a Sabaudia, fedi con date diverse (quella della celebrazione italiana per Allen, americana per Ferro), colori invertiti (“Io abito blu e lui grigio a Los Angeles, il contrario a Sabaudia”) e la scelta di condividere la felicità “perché con il matrimonio lui entra a far parte della mia famiglia e questa è una verità che non si può tacere… una verità che, come ai tempi del mio coming out, spero possa essere utile a qualcuno”. Per uno della sua generazione, cresciuto in un’Italia dove “non era per niente cool essere gay”, è un lieto fine che mai avrebbe immaginato.
Se non vivesse all’estero da tanti anni, ci sarebbe arrivato? “È una domanda che mi faccio spesso – confessa – e quasi sempre mi rispondo: forse no”. Del matrimonio ha sempre detto che non rientrava nei suoi interessi. “Ma ho capito che se l’essere umano, da quando è su questa terra, celebra le unioni, un motivo c’è. L’amore ha senso nella misura in cui lo puoi condividere con gli altri, diversamente perde colore. E l’ingresso di una persona nella tua famiglia non è una cosa da poco: merita rispetto. Dobbiamo ricordarcelo quando parliamo dei diritti di tutti. E poi dobbiamo essere intelligenti e ricordarci che viviamo in un mondo che è anche fatto di burocrazie: mettere nero su bianco un rapporto in certi casi può fare la differenza”.
Compreso quando si parla di figli: un sogno che Tiziano non ha mai nascosto. “Victor era spaventato all’idea. Poi però mi ha detto: ‘Per te, e con te per la prima volta nella mia vita, sarei pronto a diventare genitore'”
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