L’Oxford English Dictionary, forse il più autorevole dizionario di lingua inglese, ha aggiunto quattro nuove parole nella sua ultima edizione. Si tratta di trans*, ambisexual, asexual e bi-gender.
Tra queste, quella che si attendeva da più tempo è certamente “trans*” da molti anni entrata nel lessico comune. La definizione che ne dà l’Oxford è: “originariamente usato per includere esplicitamente sia transessuale che transgender, o (non comunemente) per indicare l’inclusione di identità di genere come gender-fluid, agender ecc, insieme a transessuale e transgender”.
Un altro ingresso atteso è “asexual” (asessuale). Il dizionario lo definisce come “senza sentimenti o associazioni sessuali”. Ma le fresi di esempio riportate destano qualche perplessità. Si legge, infatti: “E’ il tipo di indumento che approverebbero le suore perché rende una donna come completamente asessuale”. Come se i vestiti facessero di una persona un’asessuale e non fosse, invece, la sua identità.
Ambisexual è una parola molto meno comune (sebbene nasca negli anni ’30), ma viene usata in alcuni ambiti per indicare, scrive ancora l’Oxford, le persone “bisessuali o androgine”.
“Bi-gender” infine viene definito come un termine che “denota o è relativo a una persona il cui senso dell’identità personale comprende due generi”.
Nel 2013, quando il matrimonio egualitario divenne legge in Inghilterra e nel Galles, l’Oxford cambio la definizione di “matrimonio” per adeguarla alla novità. Da allora si legge che il matrimonio è “una unione legalmente o formalmente riconosciuta tra due persone come partner in una relazione personale”.
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